Taccuino di traduzioni 22. Mignon di Johann Wolfgang Goethe

di Antonio Devicienti

Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
im dunklen Laub die Goldorangen glühn,
ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
die Myrte still und hoch der Lorbeer steht?
Kennst du es wohl?
Dahin, dahin
möcht ich mit dir, o mein Geliebter, ziehn!

Kennst du das Haus, auf Säulen ruht sein Dach,
es glänzt der Saal, es schimmert das Gemach,
und Marmorbilder stehn und sehn mich an:
was hat man dir, du armes Kind, getan?
Kennst du es wohl?
Dahin, dahin
möcht’ ich mit dir, o mein Beschützer, ziehn!

Kennst du den Berg und seinen Wolkensteg?
Das Maultier sucht im Nebel seinen Weg,
in Höhlen wohnt der Drachen alte Brut,
es stürzt der Fels und über ihn die Flut:
kennst du ihn wohl?
Dahin! Dahin

geht unser Weg; o Vater, lass uns ziehn!

IL CANTO DI MIGNON

Conosci la terra dove fioriscono i limoni,

le arance d’oro ardono nel buio fogliame,

dolce vento soffia dal cielo blu,

tranquillo sta il mirto e alto l’alloro?

La conosci forse?

Laggiù, laggiù

vorrei andare con te, amore mio!

Conosci quella casa – su colonne poggia il tetto,

il salone scintilla, luccicano le camere,

ci sono statue di marmo e mi guardano:

che cosa ti hanno fatto, povera bimba?

Laggiù, laggiù

vorrei andare con te, o mia salvezza!

Conosci la montagna e il sentiero tra le nubi?

Il mulo cerca nella nebbia il cammino,

nelle caverne vive l’antica genìa dei draghi,

in giù precipita la roccia e su di essa il flutto:

la conosci forse?

Laggiù, laggiù

si dirige il nostro cammino; o padre, lasciaci andare!

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