di Paolo Vincenti

Giorgio Maniace in una miniatura del codice Scilitze di Madrid (Codex Matritensis gr. Vitr. 26-2, f. 213 v.).
ABSTRACT. The essay outlines the figure of an extraordinary Byzantine character: General Giorgio Maniace (998-1043). Due to his enormous size, his physical strength and his impetus in battle, popular imagination focused on him and transfigured him into a semi-legendary hero, a sort of biblical Goliath, ruthless and bloodthirsty. Specifically, the essay deals with the numerous thefts of relics attributed to him and the route of some of these relics from East to West.
Dotato di una corporatura fuori dal comune, Giorgio Maniace (998- 1043), definito un “gigante” dalle fonti coeve, fece una brillante carriera nell’esercito bizantino grazie alle sue incredibili capacità guerresche[1]. Su Maniace esiste già una cospicua bibliografia[2]. Quand’era Imperatore di Costantinopoli Romano III (1028-1034), fu coinvolto nella campagna di Siria. Maniace giunse ad espugnare Edessa e questa vittoria gli valse la promozione a Catapano del thema di Vaspurakan. Fra il 1038 e il 1040 venne inviato in Italia meridionale. Fu impegnato nella campagna di Sicilia e riuscì a sottrarre l’isola alla dominazione musulmana. Caduto in disgrazia presso l’Imperatore Michele IV (1034-1041), fu richiamato in patria e messo in prigione nel 1040. Sotto Michele V (1041-1042), tornò in libertà e venne inviato nuovamente in Italia, questa volta in Puglia, per domare la ribellione che si era generata nelle popolazioni locali insofferenti al dominio bizantino e sobillate dai Normanni. Con l’avvento al potere di Costantino IX (1042-1055), cambiavano gli orientamenti governativi nella politica estera di Costantinopoli e il sovrano, che non approvava i violenti metodi seguiti dal Catapano, richiamò Maniace in patria, cercando un accordo con i ribelli pugliesi. Maniace si era arroccato ad Otranto. A questo punto, tentò un colpo di stato e, proclamatosi Imperatore, attraversò l’Adriatico diretto a Costantinopoli per prendere il potere. Marciò su Tessalonica, poi sconfisse l’esercito imperiale a Ostrovo in Macedonia, ma in questa battaglia cadde ferito a morte.





























































