Nuovo Zibaldone Salentino VII

di Gianluca Virgilio

Ferie estive. Nel giorno d’inizio delle ferie, il primo pensiero è fuggire dai luoghi consueti, prendersi una vacanza in un altrove remoto, che ci faccia dimenticare almeno per un po’ il ritmo e l’ambiente di lavoro. Il treno fischia per noi e ci invita a salire in carrozza prima che parta e ci lasci sulla banchina. Ma se solo sappiamo resistere alla nostra frenesia e alle lusinghe del suo richiamo e lasciamo che esso parta senza di noi, allora, guardandoci intorno, possiamo ancora scoprire un paesaggio misconosciuto, oscurato dalla routine del lavoro asservito, e riappropriarci di un tempo che sembrava non più nostro. Le grandi città che ci richiamano a sé le abbiamo già percorse e non avrebbe senso per noi ripetere gli itinerari conosciuti; non c’è paesaggio collinare o montano né plaga marina né isola felice capace di sedurci. In realtà, nel meriggio assolato la cicala ci trasporta dovunque vogliamo, dove siamo già stati e siamo ancora grazie alle visioni indelebili nella memoria; e a sera la cantilena dei grilli ci trattiene e ci dà ragione: cri cri cri, avete fatto bene a rimanere, bravi, non ve ne pentirete: per chi noi avremmo dovuto cantare?

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