Due lapidi nel chiostro del Capitolo della Basilica del Santo in memoria di Lorenzo Fabris e Domenico Guglielmini, insigni professori dell’Università di Padova

di Rocco Orlando

1. Lorenzo Fabris (1766-1837)

     Gonzati  scrive: “Il nome di Lorenzo Fabris suona ancor come nella nostra città; e que’ molti a cui  rese l’esistenza per lo innanzi travagliata da crudi dolori, e le cento madri alle quali salvò con  la vita la prole, benedicono tuttodì alla sua   memoria. Egli era nato in Asiago, grossa terra nei monti vicentini; e com’ebbe appreso qui in Padova le scienze mediche, si dedicò con ispeciale amore a quella parte di esse che tutta versa nei fatti e nelle operazioni pratiche della Chirurgia e dell’Ostetricia. Nell’esercizio delle quali arti ebbe a duci e maestri que’ due valenti che vivono tuttavia riveriti nella memoria dei contemporanei, il prof. Bonioli ed il Sografi. Ond’è che quando quest’ultimo nel 1815 per cagion di morte venne a cessare dal ministero di chirurgo primario nel nostro ospitale maggiore, si riputò che nessun altro valesse meglio del Fabris a seder in quel posto. Nei ventidue anni che l’occupò riscosse lodi  ed applausi incessanti, non pure dalla nostra città; sì ancora dalle circonvicine, e fu salutato uno dei primi chirurghi de’ tempi suoi. Il valore di lui erasi reso segnalato principalmente nell’estrazione dei calcoli e nelle ostetriche operazioni; favorito in esse altresì da mano vigorosa e ad un tempo sottile, ferma, flessibile. Per ciò non senza ragione venne questo scolpito nel cenotafio con gl’instromenti di cui seppe sì destramente valersi. L’amore dell’arte e dell’umanità era tanta viva nel Fabris, che recavasi prontamente a’ soccorsi anche del popolo minuto; anzi a meglio rendersi accessibile a tutti, era solito in certe ore del giorno tener dischiuse le porte della sua casa a chiunque implorasse gratuita l’opera sua. Compianto e lodato da ogni ordine di cittadini discese nella tomba il 25 agosto 1837; lasciando registrato il suo nome negli “Annali universali di Medicina dell’Omodei”, in cui si leggono descritte alcune delle più straordinarie opere eseguite dal Fabris”.

     Fu sepolto alla basilica del Santo a Padova e ricordato con lapide ben conservata nel chiostro del Capitolo. Per sua espressa volontà, nel suo cenotafio furono scolpiti gli strumenti di cui si serviva nella sua professione di chirurgo ostetrico: nel cerchio fatto da una serpe che si morde la coda, simbolo della vita, si intravedono il bisturi, il forcipe, l’ago, il filo e il cucchiaio- pinza e nel centro il guanto igienico. Lorenzo Fabris sostituì  Pietro Sografi  (nota 1) nel 1815 nella cattedra di Clinica Ostetrica dell’Università di Padova.

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