Mattino domenicale a Harlem

di Antonio Prete

Il ritmo della luce e dell’ombra batteva

sulle scale di fuga, sulle saracinesche dipinte

di rosse nuvole, di palmeti e di sabbie.

Uomini con cilindri neri e donne

biancovestite camminavano nel tepore

del sole d’aprile. Erano ridenti,

c’era una gloria nel loro andare. Guardavano

la giostra degli uccelli sopra i marciapiedi.

Una salmodia svolava dalla chiesa

e si perdeva nel traffico della 125esima.

.

“La ferita ha memoria, e ha sapienza”,

pareva dicesse una voce nel celeste

del mattino domenicale a Harlem.

.

Il blues del vento negli alberi

era suono d’acqua e scoppiettio di fuoco,

raccontava storie di mietiture sotto il sole,

di paludi incendiate, di schiene

rigate da ferite, di corpi abbracciati

nell’afflizione, e nel sorriso.

.

Ragazzi discendevano verso Broadway,

a lunghi passi, leggeri.

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