“Quel padre e quel maestro”. Il San Francesco di Dante, Paradiso XI

di Marco Leone

Guglielmo Matichecchia ha inteso omaggiare l’appena trascorso settecentenario dantesco e lo ha fatto con una pubblicazione molto originale: “Quel padre e quel maestro”. Il San Francesco di Dante. Paradiso XI-Lectiones et lecturae, Taranto, Scorpione Editrice, 2022, pp. I-XII, 672, un corposo libro che racchiude, precedute da una sua snella ma incisiva introduzione, trentadue fra lecturae  e lectiones del canto XI del Paradiso che vanno dall’inizio del secolo scorso sino ai giorni nostri, alcune delle quali a firma di dantisti illustri: fra questi, meritano una menzione almeno i nomi di Auerbach, Nardi, Vallone, Marti, ma, accanto a loro, ci sono i dantisti della generazione più recente, che spesso hanno offerto interpretazioni aggiornate del canto, richiamandosi agli esegeti precedenti o per appoggiarvisi o per confutarli (totalmente o parzialmente).

Sul canto di Francesco si è appuntata l’attenzione di così tanti rinomati studiosi nel corso del tempo, perché Dante ha saputo creare alcuni personaggi che sono divenuti «immagini storico-culturali perenni, personaggi universali, personaggi-significato, emblematici, che oltre il resto ci insegnano anche che cosa è la letteratura: non soltanto narrazione di una storia, ma simbolo di un comportamento possibile» (Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi 2022, p. 69). Fra questi, vi è senza dubbio anche Francesco, la cui figura storica si arricchisce di implicazioni ulteriori nella peculiare rilettura che ne fa Dante.

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