di Ferdinando Boero

La teoria dell’evoluzione e dell’ecologia elaborata da Darwin, e i suoi sviluppi successivi, è stata talvolta estesa ai rapporti tra umani. Il darwinismo sociale postula che le società siano plasmate dalla lotta per l’esistenza, dove vince chi è meglio adattato a fronteggiare la competizione. In altre parole: vincono i migliori, un esito considerato “giusto”, come avviene nelle competizioni sportive.
Ha senso chiedersi cosa sia “giusto” o “ingiusto” quando parliamo di natura? I primi documentari naturalistici mostravano che gazzelle o zebre sfuggivano ogni volta all’attacco dei leoni. Tanto che, da bambino, temevo che i leoni sarebbero presto morti di fame. Poi i documentari iniziarono a mostrare cosa succede quando i leoni prendono la zebra. Per non parlare dei giovani leoni che uccidono il vecchio leone, e poi si sbarazzano dei suoi cuccioli, in modo che le leonesse tornino in calore e diano loro una prole. I giovani uccidono i vecchi, praticano l’infanticidio, e stuprano le vedove. Ha senso chiedersi se sia giusto o ingiusto? Nella storia umana, i “vecchi” imperi, come Roma, Bisanzio, poi l’URSS, si sono affermati e sono caduti, sostituiti da imperi “giovani”, oppure a vecchie classi dominanti sono subentrate nuove classi, diventate a loro volta dominanti: chi vince prima o poi è sopraffatto. Possiamo disquisire su chi abbia avuto ragione e chi torto?





























































