Fofi ha raccontato in brevi schede oltre 80 personaggi legati in vario modo al Sud Italia, creando una narrazione dinamica tra storie, abilità, vedute e avventure condivise. Ci sono volti di poliedrica estrazione come Vittore e Tommaso Fiore, Rina Durante, Giuseppe Di Vittorio, Giustino Fortunato, Antonio Gramsci, Matteo Salvatore, Pasolini, Gaetano Salvemini, ma anche Domenico Modugno. Di quest’ultimo Fofi, ricordando la sua storia salentina e la sua irruzione a Sanremo con Volare che scompaginò un sistema stantio, scrive: “Volare segnò un cambiamento e aprì la strada, anche se non tutti lo riconoscono, all’era dei cantautori, ché Modugno di fatto era un cantautore…”. Coglie il dato innovativo dell’opera di Modugno chiosando: “è anche grazie a Modugno che l’Italia è diventata un paese più vivibile”. La presenza pugliese è densa. “Di Cecilia Mangini compone una scheda precisa, ma lo fa anche con Ernesto De Martino e altri indagatori della Puglia, regione a cui lui era profondamente legato dal Nord al Salento, dove aveva tantissimi amici e contatti. Non è un caso se nacque a Tricase il premio Lo Straniero o che a Lecce ci sia grossa parte della sua biblioteca – continua Grasso – lui era particolarmente legato al Salento in cui vedeva una terra ponte con influenze di profondo fascino. Il fatto che siano rimasti fuori dal libro suoi cari amici salentini come Alessandro Leogrande e Carmelo Bene, ma anche Don Tonino Bello e altri, si deve far risalire solo al tempo finito troppo presto. Ma aveva grandi progetti per loro”.
Il rapporto di Fofi con il Sud non è da meridionalista: è legato all’idea politica della necessaria valorizzazione della cultura del Sud Italia per una crescita del Belpaese: “Fofi come altri intellettuali vedeva imprescindibile lo sviluppo della democrazia italiana senza lo sviluppo del Mezzogiorno, e a questo ha lavorato tutta la vita, raccontando e vivendo il Sud, mantenendo rapporti fittissimi in tutte le regioni. Tra queste pagine si attraversa la storia del Mezzogiorno anche nel quadro Mediterraneo, tra suggestioni, canzoni, fotografie esperienze collettive di un arcipelago in cui non esistono isole maggiori e minori”.
Grasso ha curato il volume per un’amicizia antica. “Lo incontrai per studio nel 2000 – chiude Grasso – Goffredo era un grande educatore con un bell’approccio educativo nei confronti dei giovani: dava loro fiducia se li vedeva onesti e motivati. Abbiamo fatto tante cose insieme, ha firmato prefazioni ai miei libri e nella primavera del ’25 mi ha coinvolto nel progetto di questo libro per sistemare con lui le schede. Poco prima di morire mi ha mandato una serie di file disorganici affinché finissi il lavoro prima di mandarlo in stampa, e l’ho fatto. Ma Goffredo è insostituibile: in tanti abbiamo un debito di riconoscenza verso di lui”.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 29 ottobre 2025]





























































