
La partenza per Roma del convoglio con il feretro del Milite Ignoto.
Anche nelle città e nei paesi del Salento leccese imponente, numericamente ed emotivamente, fu la partecipazione all’evento, documentato dagli archivi storici comunali e dalla stampa locale, in particolare: La Provincia di lecce, anno 27, 13 novembre 1921 e 6 novembre 1921; Corriere meridionale, anno 32, 10 nov. 1921 e 17 nov. 1921). Riportiamo in sintesi le cronache delle cerimonie svoltesi in alcuni centri del Sud Salento.
Ad Aradeo il comitato, allo scopo formatosi, volle che tutta la cittadinanza partecipasse alla cerimonia per il Milite Ignoto.
Sin dalle prime ore del mattino i braccianti, coltivatori diretti e operai abbandonarono il lavoro dei campi e delle officine per seguire il corteo che si organizzò nei pressi del palazzo comunale. Precedevano il feretro sormontato da bandiera tricolore, elmetto e fucile, gli alunni delle scuole con il concerto musicale cittadino, numerose corone di fiori, tra cui quella del sindaco Luigi Grassi, dei mutilati, degli ex combattenti e delle associazioni, portate a mano dalle madri e dagli orfani di guerra.
La bara era portata a spalla dalle giovani vedove che facevano a gara nell’offrirsi per sorreggerla, Dietro il cataletto seguivano i mutilati e l’associazione degli ex combattenti, il sindaco, la giunta comunale al completo e tutti i consiglieri comunali, la Congregazione di Carità, il conciliatore, il maresciallo dei Regi Carabinieri, i carabinieri e guardie regie in licenza, l’arciprete con il clero, le confraternite laicali del Carmine e dell’Annunziata, l’Associazione del Cuore di Gesù con labaro, la Società Operaia con bandiera abbrunata, i circoli ed un numeroso pubblico. Successivamente, al suono del concerto musicale gli scolari delle scuole elementari intonarono la Canzone del Piave. Dopo che il corteo si mosse, lungo il percorso dalle finestre delle abitazioni e dai balconi le donne gettavano fiori freschi sulla bara. Il corteo si fermò nella vasta piazza dove era stato allestito il catafalco ai piedi di una grande colonna a forma di obelisco sormontato da un’aquila, che spiegava una fascia tricolore su cui era scritto: “Caddi combattendo senza altro premio sperare che la grandezza della Patria”.
Furono sparati 21 petardi che simulavano altrettanti colpi di cannone, mentre le campane di tutte le chiese suonavano a distesa e il clero cantava il Requiescat. Dopo la recita del Rosario, il corteo tornò davanti al municipio e si sciolse.
A Melpignano, per opera di un comitato presieduto dal sindaco Villani venivano solennemente glorificati nel Milite Ignoto tutti i morti in guerra.
La cerimonia iniziò con la benedizione della bandiera tricolore, Dopo il sindaco parlarono il pretore Dimitri e lo studente universitario N. Valiani.
Il catafalco eretto in chiesa fu ornato con i fiori e con i ritratti di tutti i caduti del paese. Una trentina di ex combattenti in divisa, comandati dal sergente Polimeno, prestarono il servizio d’onore ai lati del catafalco.
Dopo l’Ufficio cantato e le messe di requie, il corteo si ricompose; lo aprivano alunni e insegnanti della scuola elementare, seguivano i giovani operai dell’agenzia locale con corona, gli ex combattenti senza divisa con grande corona di fiori, quelli in divisa, il clero, il municipio, le signore ed una moltitudine di cittadini, tra i quali madri e mogli dei caduti.
Al cimitero tenne un breve discorso l’avv. E. De Pietro e si attaccarono le corone all’ingresso.
Anche San Cesario di Lecce volle commemorare il Milite Ignoto e i suoi cittadini che immolarono la loro vita per la grandezza della Patria. Su tutti i negozi, gli uffici pubblici e i circoli vi era una striscia a stampa con la scritta Lutto cittadino.
La mattina sotto il Municipio si formò un lungo corteo di autorità civili e militari e delle rappresentanze della Lega dei cavamonti, dei muratori, della Società agricola “Fede e Lavoro”, della Società Operaia di Mutuo Soccorso, della Sezione dei Mutilati, tutte con la bandiera, a cui si erano uniti drappelli di guardie di finanza, dei Regi carabinieri e del 47° fanteria, oltre il sindaco cav. Pascali, la giunta e i consiglieri comunali, il garibaldino Simone Castrignanò in uniforme e decorazioni, il Circolo degli Amici, il Circolo Indipendente e una grande moltitudine di cittadini.
Il corteò sostò al largo della chiesa matrice dove, su un’apposita tribuna, il consigliere provinciale del mandamento, dott. Francesco De Pascalis, commemorò i caduti in guerra del paese.
Successivamente si procedette all’estrazione di due “orfanaggi”; la sorte favorì gli orfani dei militari Presicce Francesco e Rollo Donato.
Una volta ricomposto, il corteo, a cui si unì il capitolo della chiesa matrice, tra due fitte ali di popolo procedette per il cimitero dove, dopo la funzione religiosa e la benedizione delle numerose fotografie dei caduti, pronunciarono elevati discorsi il sindaco, l’assessore, sac. Enrico Totero, e Adolfo Forcignanò.

Galatina, monumento ai caduti.
A Galatina un lungo, interminabile corteo, senza alcuna distinzione di ceti sociali e di partiti, con numerosi labari e vessilli, dal Palazzo di città si recò nella vasta piazza Alighieri, percorrendo le vie principali, per ascoltare la messa di Requiem celebrata dall’arciprete don Antonio Tondi, servito dal mutilato Bandello, mentre le campane di tutte le chiese suonavano a gloria e cento grossi petardi tuonavano come cannoni.
Terminata la messa, si esibì un coro di voci bianche – oltre trecento bambini delle scuole primarie concertati e diretti dall’insegnante Ada De Core – che cantò la Canzone del Piave.
Ricompostosi, il corteo, seguito dalla gran parte dei galatinesi, si avviò verso il cimitero dove il parroco, accompagnato da tutta la collegiata, benedisse l’ideale anima del Milite Ignoto e, mentre i bambini cantavano nuovamente la canzone del Piave, fu scoperta la lapide commemorativa con l’incisione: Ignoto Militi.
Poi il sindaco dott. Vallone lesse un breve discorso ringraziando tutti e inneggiando alla concordia e all’amore perché il sangue degli eroi non riesca inutilmente versato e la grandezza dell’Italia non subisca scosse e diminuzioni ma si affermi sempre più alta e solenne.
A Poggiardo con un manifesto il sindaco Circolone, in nome del Sottocomitato, invitò la cittadinanza a partecipare alle solenni onoranze al Milite Ignoto.
La mattina, nei pressi del Municipio, si formava il corteo: le scuole elementari, i cui alunni avevano una bandierina tra le mani e un mazzo di fiori; il Circolo Giovanile con bandiera; la Sezione Arditi con bandiera; la Società Operaia con bandiera; l’Associazione combattenti con bandiera; le ricche corone della famiglia Episcopio, Circolo giovanile, Società Operaia, le due in fiori freschi e quella in metallo del Sottocomitato. La bandiera del Municipio era portata dai carabinieri e da un drappello armato delle regie Guardie di Finanza.
Seguivano le Autorità civili, militari e religiose, e il popolo, che aveva lasciato il lavoro per prendere parte alla solenne cerimonia.
Era presente anche l’onorevole Giuseppe Episcopo. Nella chiesa parrocchiale dove giunse il corteo era pronto un tumulo, che fu coperto da alcune corone di fiori freschi, mentre gli alunni cantavano l’inno del Piave, spargendo i mazzi di fiori. I sacerdoti intonarono il Libera – Le campane delle chiese intanto suonavano a gloria.
Ricomposto ancora una volta, il corteo si diresse in piazza e, sulle lapidi collocate sulla facciata dell’edificio scolastico fu posta la corona di metallo. Dopo un breve discorso del parroco, il corteo si sciolse. Tutta la manifestazione fu diretta dal dott. Giuseppe Mauro.
Tutta la città di Lecce, con unanime sentimento,volle, nel giorno della Vittoria, rendere il suo tributo d’amore alla Salma del Soldato Sconosciuto, onorando così tutti i morti della guerra, con una consacrazione solenne.
E la cerimonia riuscì solenne e severa, nella sua compostezza grandiosa.
La mattina in piazza S. Oronzo ha cominciò a comporsi l’immenso corteo; tutte le associazioni cittadine convennero, al completo, con le rispettive bandiere.
Le associazioni operaie, dei commercianti, dei combattenti, dei mutilati, della Stampa, degli Ingegneri, dei Fasci; le rappresentanze di sodalizi e di Circoli, di tutte le Scuole maschili e femminili, erano numerosissime, tutte con bandiere e labari.
Alla testa del corteo c’erano i mutilati con la loro bandiera, immediatamente dopo gli ex combattenti e i fascisti; poi gli artiglieri, a cavallo con gli avantreni ed i cannoni lucenti; seguivano rappresentanze di tutte le armi che avevano guarnigione in Lecce; i fanti del Reggimento, Poi plotoni di Guardie di finanza; un gruppo di marinai, le guardie di città con gonfalone dei Comune e un plotone di giovani del Tiro a Segno.
Il Piazza Sant’Oronzo, davanti alla cappella di San Marco, era stato costruito un semplice altare da campo, basso, bianco di lini, con pochi ceri. Le truppe erano schierate in doppia fila in modo da formare un grandioso viale. Al di là dello schieramento delle truppe, tutta una folla compatta di nobili, popolani, operai, professionisti, impiegati, studenti. Il sindaco Romeo De Magistris, attorniato dalla giunta e dai consiglieri comunali, pronunciò un breve discorso esaltando l’eroismo dei soldati italiani in guerra.
La solenne funzione funebre per il Milite Ignoto si svolse nella cattedrale, presieduta dal vescovo Gennaro Trama, con la presenza di tutte le autorità civili e militari e il clero della città.
A Campi Salentina si formò un corteo che percorse le vie principali del paese, al canto della Canzone del Piave, e si fermò nella chiesa parrocchiale, dove il parroco don Leone Greco parlò dello spirito di sacrificio degli eroici combattenti.
Dalla chiesa il corteò si diresse al palazzo del Municipio dove, nella sala del Consiglio comunale dopo un breve discorso del sindaco Vincenzo Spagnuolo, fu scoperto il quadro con l’effigie del concittadino colonnello Francesco Rizzo, eroico combattente per la Patria.
Su iniziativa del patriottico giovane Luigi Totaro Fila, coadiuvato dall’insegnante Antonio Gala, a Cavallino furono celebrate in piazza solenni esequie, riuscite imponenti e commoventi. L’intera popolazione di Cavallino, in quell’occasione, dimostrò il grande, sentito pensiero di italianità.
La mattina del 4 novembre la popolazione di Cursi, presa dal vivo sentimento per il Milite Ignoto, in solenne corteo percorse le vie principali del paese. Vi presero parte il clero ed il popolo, il Consiglio comunale, la scuola elementare, l’Associazione dei Combattenti con i rispettivi tricolori abbrunati, i pubblici opifici e tutta la nobiltà del paese.
La solenne cerimonia si chiuse con un commovente discorso pronunciato in piazza dal sindaco Marotta e con il sintetico intervento tenuto in chiesa dall’assessore anziano sac. Negri, epilogo della cerimonia funebre e della funzione religiosa.
Davanti ad una moltitudine di cittadini che formava un imponente corteo, a Squinzano fu scoperta una targa commemorativa in ricordo del Milite Ignoto. In chiesa madre, davanti ad un vistoso tumolo realizzato dal decoratore R. Perrone, fu eseguito un breve concerto musicale diretto dal prof. D’Elia.
A Giurdignano, davanti ad una popolazione commossa e riverente, parlò il parroco Don Giuseppe Bello.
Anche a Tuglie il 4 novembre fi onorato il Milite Ignoto; venne celebrata una messa funebre e, dopo, un corteo, formato dalle autorità cittadine, dalle associazioni intervenute con la bandiera abbrunata e con parecchie corone, dagli alunni delle scuole, percorse le vie del paese con sincera commozione.
Tricase ha tributato grandi onoranze al Milite Ignoto. Invitata con un manifesto del sindaco e con un altro della locale Associazione Combattenti, la cittadinanza è accorsa numerosa partecipando ad un imponente corteo.
Dopo le funzioni religiose in Piazza Trieste, gremita di popolo e di tutte le autorità civili e militari, nonché di numerosi ufficiali in alta uniforme, gli alunni delle scuole primarie cantavano la Canzone del Piave. Poi il corteo attraversò le vie principali per dirigersi verso il cimitero. Sul tumulo ivi eretto per la circostanza furono deposte diverse corone, tra cui quelle dell’amministrazione comunale, dei Combattenti e delle scuole elementari.
A Castrignano del Capo, nonostante il giorno lavorativo, tutti gli operai si astennero ed il paese, come in giorno di festa, era pieno di gente.
Su iniziativa del sindaco Carlo Viva a Collepasso fu istituito un comitato di cittadini per le onoranze al Milite Ignoto.
La mattina del 4 un numeroso corteo dalla Casa Comunale si recò in chiesa madre, dove furono celebrate solenni funzioni religiose. Successivamente il corteo, ricostituitosi, percorse le vie del paese e si portò in piazza Dante per deporre corone di fiori freschi, mentre le campane di tutte le chiese suonavano a gloria fra lo sparo dei rituali ventuno colpi a salve.
A Lizzanello un lungo corteo, al quale intervennero le autorità civili, scolastiche, militari, ecclesiastiche, le famiglie dei caduti, i mutilati, i decorati, il popolo, percorse le vie più importanti del paese tra un getto continuo di fiori ed al canto della Canzone del Piave. In chiesa, dove era stato eretto un tumulo simbolico con trofei di armi e di bandiere, venne celebrato un solenne ufficio funebre.
Il suono delle campane e lo sparo di 21 colpi a cannone diede l’annuncio dell’assoluzione del tumulo. Successivamente, ricompostosi, il corteo tornò davanti al Municipio dove si sciolse, dopo la sfilata a capo scoperto di tutti gli intervenuti davanti alle fotografie dei caduti, ai mutilati, ai decorati, alle famiglie dei morti in guerra.
“Dulce pro Paria mori” (“E’ dolce morire per la Patria”, così inizia la cronaca dell’evento di Montesano Salentino). Anche la piccola Montesano, che ha offerto in olocausto alla più Grande Italia, auspice e febbrile promotore il sindaco sig. Ernesto Scolozzi, ha reso onoranze al Milite Ignoto.
Sempre sotto la direzione del sindaco, riunitesi le scuole comunali al canto del Piave, si formò, con il concorso di tutte le autorità civili e militari, un imponente corteo che si diresse verso la chiesa, dove il parroco Cannabona ufficiò solennemente il Milite Ignoto.
Davvero commovente era il devoto raccoglimento di tutti i bambini delle scuole, ognuno dei quali portava un mazzo di fiori che servivano a formare, insieme alla corona che sormontava al catafalco, una vera serra.
Finita la cerimonia sacra, sempre al canto del Piave e al rombo dei petardi, il corteo si diresse al cimitero, dove dopo la benedizione tutti i bambini consegnarono i fiori al Milite Ignoto.
Il sindaco, commosso e anch’egli provato durante la guerra, salutò e ringraziò le insegnanti che tanto avevano cooperato per la buona riuscita della cerimonia ed ebbe parole veramente commoventi verso gli scolari.

Casarano, monumento ai caduti (anni Cinquanta del ‘900).
Fonti
E. Franzina, La storia (quasi vera) del Milite Ignoto,
Roma, Donzelli, 2014;
B. Tobia, L’Altare della Patria, Bologna, il
Mulino, 1998;
M. Pizzo, E. Martinez, 4 novembre 1921-4 novembre 2011. Il Milite Ignoto da Aquileia a Roma, Roma, Gangemi
Editore, 2011;
L. Cadeddu, La leggenda del Milite ignoto, dal sito Associazione Nazionale Polizia di Stato – Sezione di Arezzo www.anpsarezzo.it. URL: https://www.anpsarezzo.it/onori-al-milite-ignoto/;
La Provincia di lecce, anno 27, 13 novembre 1921;
Id., 6 novembre 1921;
Corriere meridionale, anno 32, 10 nov. 1921;
Id., 17 nov. 1921.
La partenza per Roma del convoglio con il feretro del Milite Ignoto
La tumulazione del Milite Ignoto il 29 ottobre 1921
Galatina, monumento ai caduti (anni Sessanta del ‘900)
Maglie, monumento ai caduti (anni Cinquanta del ‘900)

Maglie, monumento ai caduti (anni Cinquanta del ‘900).





























































