Daria (parte prima)

di Salvatore Carachino

Ferma davanti ad un’alta pila di libri ne esaminava una copia. Una giovane sui trent’anni aperta alle promesse di autore ignoto. Lunghi capelli biondi stretti a coda. Con i colori caldi di camicia, cardigan e gonna prometteva come da un balcone una pianta fiorita.

   All’uomo che intento a cercare tra i titoli le si era affiancato mostrò la copertina.

   «Scusi, signore. Lei lo ha letto questo?»

   Signore ad uno della sua stessa stagione di vita.

   «Ah, Concetto Malamò, Iniziazione e rimembranza. Ho letto una recensione, non mi interessa. Troppe pagine peraltro.» E indicava lo spessore del libro.

   «Scusi ancora se la disturbo. Lei avrebbe da consigliarmi qualche buona nuova uscita? Rischio di smettere con la lettura dopo un susseguirsi di delusioni.»

   «Da consigliarle… Anch’io sto cercando per i miei studenti qualcosa che possa appassionarli. Dopo un acquisto sbagliato è fatica ricominciare.»

   Un modo non richiesto per presentarsi ad una sconosciuta.

   «Ah lei insegna?»

   «Sì. Lettere al liceo.»

   «Qui a Verona?»

   «Sì, in città.»

   «Una ricerca professionale la sua.»

   «Lei invece per distaccarsi dal lavoro?»

   «Già avvenuto il distacco. Licenziata.»

   «Allora in compagnia di un autore che incoraggi con le sue storie finché non si passa ad una nuova occupazione.»

   «Dovrà averne di fantasia.»

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