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- Taccuino di traduzioni 18. Il tempo di Macondo (da Gabriel García Márquez, Cien años de soledad)
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Archivi tag: Antonio Devicienti
Taccuino di traduzioni 18. Il tempo di Macondo (da Gabriel García Márquez, Cien años de soledad)
di Antonio Devicienti Muchos años después, frente al pelotón de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendía había de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevó a conocer el hielo. Macondo era entonces una aldea de veinte casas de … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 17. Amicizia poetica (da Catullo, Carme L)
di Antonio Devicienti Hesterno, Licini, die otiosi multum lusimus in meis tabellis, ut convenerat esse delicatos: scribens versiculos uterque nostrum ludebat numero modo hoc modo illoc, reddens mutua per iocum atque vinum. Atque illinc abii tuo lepore incensus, Licini, facetiisque, … Continua a leggere
Inchiostri 143. La poesia del cemento (per Giuseppe Uncini)
di Antonio Devicienti Spesso è vero che il cemento (il grigio cemento) è “brutto”, oppure “anonimo” o, anche, “alienante” – sfregio nel paesaggio, soffocante materia senz’anima, bruttante presenza nella contemporaneità urbanizzata, escludente e arrogante. Ma Giuseppe Uncini intuisce che uno … Continua a leggere
Inchiostri 142. Saline
di Antonio Devicienti 1. Il senso del viaggio è andare a cercare un luogo o una persona o un qualcosa (spesso ancora indefinito). Corretto è anche affermare che quel luogo, quella persona, quel qualcosa ti hanno cercato e chiamato. Il … Continua a leggere
Trasmissioni radio 20. La motocicletta di John Berger
di Antonio Devicienti Scrittura è apertura e attenzione al mondo, scrittura è uno dei modi tramite i quali la mente (e il corpo) attraversano il mondo. Così come lo è il disegno. È nota l’importanza che John Berger attribuisce al … Continua a leggere
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Inchiostri 141. Cattedrali e chiostri del Romanico
di Antonio Devicienti Credo che il concetto di analfabetismo sia spesso inficiato da un pregiudizio di natura classista. Se l’etimologia allude chiaramente a chi è “senza alfabeto”, quindi non è in grado di leggere i segni alfabetici, l’impiego del termine … Continua a leggere
Trasmissioni radio 19. Robert Irwin a Villa Panza (Varese)
di Antonio Devicienti Amo molto scrivere degli spazi, per me sempre meraviglianti, di Villa Menafoglio Litta Panza a Biumo Superiore di Varese e, qui in particolare, scriverò di Robert Irwin. Sono figlio della luce salentina che, meridiana e riflessa da … Continua a leggere
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Inchiostri 140. La scrittura è porosa
di Antonio Devicienti Non è casuale il fatto che ogni singola parola scritta si trovi tra due spazi bianchi (tra due silenzi, per quanto brevissimi). Senza quei due “vuoti”, senza quei due silenzi non si renderebbero visibili i segni che … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 16. Philippe Jaccottet
di Antonio Devicienti Plus aucun souffle. Comme quand le vent du matin a eu raison de la dernière bougie. Il y a en nous un si profond silence qu’une comète en route vers la nuit des filles de nos filles, … Continua a leggere
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Trasmissioni radio 18. Vóscele di Pasquale Fracasso
di Antonio Devicienti In una precedente “trasmissione radio” (per la precisione la quinta ) avevo detto di alcune opere dell’artista di Alessano Pasquale Fracasso indissolubilmente legate alla cultura contadina della Terra d’Otranto. Torno ora a parlare di una sua nuova … Continua a leggere
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Inchiostri 139. Grotta dei Cervi
di Antonio Devicienti Era forse per riti celebrati nel ventre segreto della terra: scendevano dentro la madre fino ai segni che promettevano cibo, vita, guarigione. Aggiungevano segni. La loro lingua, la loro musica, i segni che certamente si dipingevano o … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 15. Johannes Bobrowski: Pescatori notturni
di Antonio Devicienti Tra le belle fronde il silenzio inviolato. Luce con le mani sopra un muro. La sabbia fuoriesce dalle radici. Sabbia, rossa, va’ smossa nell’acqua, va’ sulla traccia delle voci, va’ dentro il buio, esponi il pescato nel … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 14. Ingeborg Bachmann: il tempo dilazionato
di Antonio Devicienti Verranno giorni anche più spietati: il tempo accordato per l’abiura sorge all’orizzonte. Allaccia le scarpe! Ricaccia i canilupo nei recinti sul limitare della palude. Raffreddatisi nel vento gl’intestini dei pesci miserandi ardono i fiori dei lupini mentre … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 13. Yves Bonnefoy: Psiche innanzi al castello di Amore
di Antonio Devicienti Sognò di aprire gli occhi, vide soli che s’avvicinavano al porto, silenziosi ancora, luci spente ma raddoppiate nell’acqua grigia da un’ombra in cui s’affacciava il colore a venire. Poi si risvegliò. Che cos’è la luce? Che cosa … Continua a leggere
Inchiostri 138. Primo inchiostro leccese / Per Vittorio Bodini
di Antonio Devicienti E il poeta visionario cercò l’ombra dell’olivo nella calura dell’ora meridiana. Attorno era pietra bianca affiorante, conche di terra rossa, radi olivi o fichi. L’aria rovente. Seduto contro il tronco della pianta, dalla veglia meridiana generò il … Continua a leggere
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Taccuino di traduzioni 12. Omaggio a Pierre Alféri
di Antonio Devicienti Lavata dalla notte la città ha un’aria di corte assolata e deserta (rumore sommesso dalla scuola) – nessun adulto mi vede – un banco, una sbarra a più accessi, imposte accostate, finestre chiuse – meno che al … Continua a leggere
Inchiostri 137. Quarto inchiostro romano / Scipione
di Antonio Devicienti Era lavica rossa pittura Piazza Navona quei secoli lunghissimi e brevissimi in cui Scipione divorò la vita. Anche sulla Piazza ellittica e colonnata del Bernini e sulle mani rattrappite del Cardinal Decano turbinava il porpora della rivolta. … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 11. Leonida di Taranto
di Antonio Devicienti La nascita di Leonida si colloca intorno al 315 a. C. Dopo che Taranto fu conquistata dai Romani (272 a. C.) probabilmente il poeta andò vagando tra varie località della Grecia e dell’Asia; è anche probabile che … Continua a leggere
Barocco leccese (quattro prose)
di Antonio Devicienti GIUSEPPE ZÍMBALO È un’idea di spazio, un salire lungo tese tele (ma di pietra) da ricamare a scalpello. Ricamavano le donne nelle loro case lenzuola e biancheria fiori putti e ninfe a rincorrersi sopra candide stoffe. (Forse … Continua a leggere
Taccuino di traduzioni 10. Pierre-Albert Jourdan: Scavando
di Antonio Devicienti Il silenzio è la nostra camera da sempre non è possibile raggiungere le solitudini se non attraverso molti strappi ed è senza dubbio il senso ultimo della penetrazione lenta della terra nei nostri corpi. * Abito il silenzio … Continua a leggere