Inchiostri 98. Il poeta e il vulcano

di Antonio Devicienti

Il poeta e il vulcano – corps œil lune plume (Jacqueline Risset, Présence de la lune); […] / La luna va calando all’orizzonte / dove si perde la pianura, e dice / che trapassare al nulla non è male (Giovanna Bemporad, A Leopardi) – Mentre il poeta guarda il vulcano dal terrazzo pur assolato sta raccolto sotto una coperta, sente riottoso il corpo, fervida la mente. (Ripensando a una delle scene finali del film Il giovane favoloso di Mario Martone).

I giorni gli traversano ultimi le membra (sono sisma placido ma ininterrotto: sgretolano e pacificano).

L’assenso alla morte non contraddice la vita: avverte egli, piuttosto, il congedo d’una civiltà, innanzi al vulcano l’umana gloria costretta a tacere. S’impossessa dello sguardo la vertigine, luce fonda l’ombra nella pineta tra sobbalzi di rappresa lava.

Questa voce è stata pubblicata in Inchiostri di Antonio Devicienti e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *