Ricordi di una professoressa: intervista a Lina Iannuzzi

di Gianluca Virgilio

Incontro la professoressa Lina Iannuzzi nella sua casa di Lecce. Le ho chiesto per telefono di poterle fare qualche domanda, e lei ha acconsentito volentieri. Anzi, appare assai contenta di poter rievocare i tempi andati, di ripensare a storie piccole e grandi della giovinezza e dell’età matura. Lina Iannuzzi ha ottantaquattro anni, compiuti il 9 maggio scorso, dunque un lungo passato fatto di esperienze di studio e di vita. E’ nata a Pescia in Valdinievole (alta Toscana), ma la sua città è Lecce, dove ha trascorso la maggior parte della vita. E’ stata docente di Letteratura Italiana prima negli istituti di istruzione secondaria, poi nella Facoltà di Lingue dell’Università di Bari e, infine, in quella di Magistero dell’Università di Lecce. Ha pubblicato di recente Il carteggio Tenca-Maffei (Guida, Napoli 2007) e D’Annunzio e la Comarella (Ianieri Editore, Pescara 2008). Ora continua gli studi nella sua casa piena di libri (ma i più, mi dice, sono nelle casse), dove la mia curiositas è andata a cercarla. Ecco che cosa mi ha detto.

Gentile professoressa, mi racconta gli anni della sua formazione?

Nel 1932, con la mia famiglia, mi trasferii dalla Valdinievole a Lecce.

Al Liceo, il professore Gennaro D’Elia, docente di Latino e Greco, che proveniva dall’Università Cattolica, ci fece appassionare allo studio dei Classici Greci. Ma, la prima vera maestra, dal punto di vista metodologico, fu la prof.ssa di Scienze Ofelia Poso che nel suo laboratorio disponeva di un’attrezzatura, rara per quei tempi, che utilizzava quotidianamente per i suoi esperimenti; e così ci trasmise il suo metodo sperimentale.

Ad arricchire e potenziare la mia preparazione scolastica contribuirono molto i libri di mio padre e di mio nonno materno, conservati nella biblioteca di famiglia. Lessi i francesi, a partire da Francois Villon fino agli autori dell’Ottocento, e ancora gli inglesi con una predilezione per Shakespeare, ma anche i germanici con una predilezione per Goethe.

Conseguita la maturità classica, mi iscrissi a Bari alla recente Facoltà di Lettere. E, pur essendomi laureata in Lettere italiane con il bravissimo Mario Sansone, avevo seguito con emozione ed entusiasmo le lezioni di greco di Carlo Gallavotti e quelle di Grammatica greca del professore Carlo Diano, altro finissimo lettore dei classici, principalmente delle tragedie greche.

Questa voce è stata pubblicata in Interviste, Letteratura e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *