Manco p’a capa 16. Quando la scienza è una religione la fede diventa pericolosa

di Ferdinando Boero

“Gli uomini di scienza sono l’incarnazione della barbarie mentale, proveniente dalla sostituzione degli schemi ai concetti, dei mucchietti di notizie all’organismo filosofico-storico”, così scriveva Benedetto Croce ne Il risveglio filosofico e la cultura italiana. E questo spiega la diffidenza verso la scienza che caratterizza la “cultura” italiana, visto che Croce disegnò i percorsi di formazione nel nostro paese.

Con queste parole in mente contestai un mio collega filosofo quando parlò di “scientismo”: l’eccessiva fiducia nella scienza. Eccessiva? e quale altro sistema abbiamo per acquisire conoscenza? Darwin ha messo l’uomo dentro la natura, e Copernico ha messo la terra al suo posto nell’universo. La scienza ha dato le risposte e gli scienziati sono diventati filosofi, cambiando la nostra visione del mondo e di noi stessi.

Ho cambiato idea, e ora per me scientismo è una parola ammissibile, anche se con qualche modifica rispetto all’accezione originale. Vediamo perché.

Il crescere della popolazione umana e uno stile di vita distruttivo modificano il pianeta, rendendolo inospitale per la nostra specie. Gli scienziati che studiano gli ecosistemi e la biodiversità (ecologi, zoologi, botanici) dicono: non possiamo crescere all’infinito e dobbiamo cambiare stile di vita, stiamo mettendo a rischio la nostra sopravvivenza.

Altri scienziati non chiedono di limitare la crescita e sviluppano nuove tecnologie, in grado di infrangere i limiti e permettere una crescita senza fine. Non a caso la “crescita” continua ad essere il perno dei programmi di tutti i governi, anche se ora c’è maggiore consapevolezza della necessità di sostenibilità.

Questa voce è stata pubblicata in Ecologia, Manco p’a capa di Ferdinando Boero e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *