Letteratura: quel ponte (traballante) tra i popoli

 di  Antonio Errico

Qualche giorno fa, un lettore, uno di quei lettori che senti vicini e che forse ti sono davvero vicini, che hai l’impressione di avere di fronte a te mentre scrivi,  che non vorresti deludere mai, ai quali ti sembra di dover dare  conto delle cose che dici e di come le dici, mi ha mandato il passo di un articolo che Amos Oz scrisse per il “Corriere della sera” quindici anni fa, chiedendomi un commento.

Nel passo, Amos Oz parla della funzione della letteratura, e non dice cose nuove ma dice cose che non fa male ripetere. Anzi, ripeterle significa radicarle sempre di più. Non fa male sentirsele ridire, perché il riascoltarle rigenera la convinzione che siano giuste, che siano vere.

A un certo punto Oz scrive che la letteratura è un ponte gettato tra i popoli. Non è una cosa nuova, ma fa bene ripeterla e sentirla ridire. Immediatamente viene da domandarsi se possono esserci altri ponti, altri modi per mettere insieme significativamente, culturalmente,  i popoli, per condividere il senso profondo delle esistenze. Certamente ce ne sono ma l’esempio di un altro ponte non viene. Si potrebbe dire la storia di un popolo, indubbiamente; ma la storia di un popolo passa attraverso una narrazione, una letteratura. La stessa cosa vale  per l’identità, per il carattere, per la mentalità di un popolo. Vale per la sua religione, per i suoi miti, per i suoi riti, per le visioni del mondo e della vita, per l’immaginario individuale e collettivo, per la sua memoria e per le finestre che apre sul futuro. Oltre alla letteratura, l’esempio di un ponte che tenga nel tempo, che non si sfasci al primo colpo di vento, al minimo aumento del carico, non viene. Quello della letteratura invece tiene, per secoli. Resiste alle raffiche prepotenti della storia, al carico dei fatti che cresce.  Si  rinsalda ogni volta che un lettore incontra la pagina di un romanzo, il verso di una poesia, ogni volta che quella pagina di romanzo e quel verso di poesia provocano un’emozione, una riflessione, una memoria, un confronto con la propria storia e con la storia degli altri, la scoperta di un luogo, di una gente.

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