Senza buon senso la tecnologia diventa dannosa

 di Antonio  Errico

All’inizio e alla fine di Sconnessi, il film con la regia di Christian Marazziti,  un personaggio dice: “Lo sapete quante volte viene toccato lo schermo di un cellulare ogni giorno? 2.600. E sapete quante di queste sono assolutamente indispensabili alla nostra vita? Quattordici”. Si potrebbe dire anche di meno, in media. Un giorno possono capitare venti telefonate necessarie, un giorno ne possono capitare cinque. Un altro giorno nessuna. Ma noi per 2.600 volte al giorno controlliamo il telefono, pestando i piedi  in una pozzanghera di mail messaggi notizie  notifiche twitt. La maggiorparte inutili.

In un tempo remotissimo si diceva “penso dunque sono”, traducendo la formula “cogito ergo sum”  adottata  da un signore di nome René Descartes, latinizzato in Renatus Cartesius e italianizzato in Renato Cartesio. Ma il tempo era appunto remotissimo. I tempi- per fortuna- cambiano. Il progresso avanza. Certe idee diventano vecchie, superate dai fatti e dagli strumenti. Adesso quella formula non si usa più. Adesso si dice digito ergo sum. Anche se qualche volta viene da pensare che  forse aveva ragione Alessandro  Manzoni quando nel suo saggio sul romanzo storico diceva che non sempre quello che viene dopo è progresso.

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