Tre iscrizioni dal Museo “P. Cavoti” di Galatina*

di Pietro Giannini e Biagio Virgilio

Le tre iscrizioni che qui sono prese in esame, due latine (già edite) e una greca (inedita) sono incise rispettivamente, le prime due sugli architravi di due porte murate in un corridoio interno al primo piano del Museo Civico “P. Cavoti” di Galatina, la terza sull’architrave di una porta finestra che dà sul terrazzo esterno dello stesso Museo.

  1. La chiesa e il convento dei Domenicani.

Come è noto, l’attuale “Palazzo della Cultura” di Galatina, con il Museo Civico “P. Cavoti” e la Biblioteca Comunale “P. Siciliani”, ha preso il posto del cinquecentesco convento dei Domenicani annesso alla coeva chiesa di Santa Maria delle Grazie (o del Collegio o dell’Immacolata).

Alessandro Tommaso Arcudi (1655-1718), entrato diciassettenne nel convento come novizio nel 1672, ne divenne poi priore fra il 1702 e il 1713. La sua Relazione sui conventi domenicani salentini, redatta nel 1706-1707, fornisce i documenti e le informazioni principali sul convento. Altri documenti noti completano il quadro delle informazioni. Nel 1464 l’Università di Galatina concesse un terreno in località “Fontana” fuori le mura per la costruzione della chiesa e del convento. La prima pietra della chiesa fu posta il 20 luglio del 1479 dall’arcivescovo martire di Otranto Stefano Agricoli (Pendinelli), originario di S. Pietro in Galatina. Lo stesso Arcudi deduce da un documento del 20 luglio 1508, relativo a una disputa fra Domenicani e (Francescani) Zoccolanti circa il posto spettante nelle processioni cittadine, che nel 1479 circa «era già fondato il convento in forma tale che i religiosi nostri conve­nivano come corpo nelle pubbliche processioni.» Nel 1489 l’Università di S. Pietro in Galatina, considerando le attività benefiche svolte dai Domenicani e gli sforzi da essi profusi «senza risparmio per il compimento della stessa chiesa e del conven­to», volendo scongiurare il rischio che i frati, per mancanza di mezzi, si allontanas­sero dalla città lasciando incompiute le opere, concesse ai Domenicani la rendita del dazio del pesce. Nel 1494 e nel 1498 l’arcivescovo di Otranto certificò la regola­rità delle procedure nella costruzione della chiesa e del convento. La chiesa fu com­pletata nel 1508, come si legge nella iscrizione collocata sul muro laterale esterno (sul lato prospiciente il corso Re d’Italia). Il convento fu approvato dall’Ordine una prima volta nello stesso anno 1508 e una seconda volta, a costruzione ultimata, nel 1525.

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