Opus tessellatum 11. L’asino di Apuleio

di Antonio Devicienti

(Parla l’asino che ha per metà fattezze umane)

«Viandante, in me tu vedi le incessanti metamorfosi del reale, il trascorrere delle forme, la varietà multicolore del mondo (dei mondi).

Viandante, se dicono che curiositas è stato il mio peccato, tu non credere loro: era voluttà di stare nel tutto – animale, essere umano, pianta, pietra.

Viandante, se per qualche minuto sospendi il giudizio, scoprirai che le mie forme asinine rivelano il me (il noi) animale, forma necessaria del tutto che vive.

Se ti sposti un poco vedrai il gatto calzato, anche lui sogno dell’immaginazione.

Viandante, i gatti e gli asini posseggono, in Terra d’Otranto, una sapienza che non sospetti – e forse non lo sai, ma la notte te Natale parla ‘ngrecu ogne animale.

Così la luce della stella porta sapienza e parlare è illuminare».

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