Università: l’inganno delle classifiche

di Guglielmo Forges Davanzati

Quasi il 30% degli studenti universitari meridionali studia in un Ateneo del Nord. Il solo 1% degli studenti settentrionali studia in un Ateneo del Sud. L’emigrazione per motivi di studio rappresenta, quindi, un fenomeno estremamente rilevante e quantitativamente apprezzabile che contribuisce ad alimentare la spirale perversa della crescita degli squilibri regionali. Si tratta infatti di emigrazioni intellettuali, che trasferiscono “capitale umano” e dunque produttività dal Sud al Nord, privando le regioni di origine di potenziale di crescita, nella sostanziale assenza di flussi di rientro. Le cause dell’accelerazione delle migrazioni intellettuali sono fondamentalmente due, riconducibili a quanto segue, ma con una doverosa premessa: a fronte di un consolidato e falso luogo comune, va sottolineato che le Università del Nord non sono migliori di quelle meridionali. Né l’agenzia nazionale di valutazione né il Ministero dell’Università dispone infatti di strumenti di valutazione della didattica, per quanto possano essere imperfetti. 1) Il miglior placement delle Università del Nord. Situate in una condizione favorevole dal punto di vista dello sviluppo industriale, le sedi del Nord possono avvalersi di reti di raccordo con l’imprenditoria locale pressoché completamente inaccessibili alle sedi meridionali. Detto diversamente, indipendentemente dalla qualità degli studi, chi si laurea al Nord ha maggiori probabilità di trovare un lavoro coerente con le qualifiche acquisite. Ciò spiega l’evidenza per la quale i contratti a tempo determinato con basse qualifiche sono maggiormente diffusi al Sud. È importante insistere sul fatto che il miglior placement dipende da variabili di contesto, non dalla migliore preparazione dei docenti. 2) Le classifiche. Le Università del Nord sono migliori di quelle meridionali nella percezione delle famiglie meridionali e nelle classifiche pubblicate periodicamente. Sgombriamo il campo allora da un altro equivoco: quelle classifiche – che pure contribuiscono a orientare le scelte di immatricolazione – hanno ben poco di scientifico.

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