Giovanna Nigi, poco mossi gli altri mari

di Paolo Vincenti

Storie di ultimi, di irregolari, se non veri e propri outsiders, si intrecciano in una sarabanda di emozioni e stati d’animo, sguardi sul mondo, esperienze e destini personali. Si compone di una serie di racconti auto conclusi ma legati insieme, l’agile libro di Giovanna Nigi, Poco mossi gli altri mari, per Sensibili alle foglie. Una “giostra” di personaggi, per dirla con Maugham, se non fosse che il romanzo dello scrittore inglese è ambientato in una aristocratica Inghilterra di inizio secolo Novecento, mentre questo libro è calato nella contemporaneità di oggi ed è ambientato a Roma, città tentacolare, centripeta e centrifuga ad un tempo, che presta le quinte ai racconti. I vari personaggi, nostalgici della cultura hippie, richiedenti asilo, ragazzi down, zingari, ruotano intorno a Teo e Jamal, protagonisti della narrazione. Un romanzo vagamente esistenzialista, si potrebbe definire, l’autrice sa ben orchestrare una trama che come uno spartito musicale si muove per tempi lenti e più veloci; efficaci e ben costruiti i dialoghi, semplice ed immediato il linguaggio usato. L’umanità descritta nel libro attraversa la vita di questo mondo globale in una narrazione che l’autrice dedica: “agli anticonformisti, ai ribelli, a quelli che non amano le regole, a chi è abbastanza folle da pensare di poter cambiare il mondo”. Giovanna Nigi, umbra d’origine ma romana d’adozione, giornalista free lance, ha scritto per L’Unità, Il Manifesto, La Repubblica, Il Corriere della Sera. Ha curato testi per Radio Rai ed ha lavorato come chef in prestigiosi ristoranti in Italia e all’estero. Ha dato vita ad una compagnia di donne, il Contafiabe, per conservare la tradizione orale della fiaba di magia. Oggi vive nell’isola di Alicudi.

[“Quotidiano del Sud” del 20 febbraio 2022]

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