Pietro Marti (1863-1933). Giornali e polemiche nel Salento fascista

di Gigi Montonato


Pietro Marti (Fonte: fondazioneterradotranto.it)

Questo mio intervento è intitolato “Pietro Marti, giornali e polemiche nel Salento fascista” e coglie uno degli aspetti più importanti della vita di questo straordinario promotore e organizzatore di cultura. Il suo demone fu per tutta la sua vita l’informazione culturale. Si può dire ch’egli cadde sul campo. Dalla politica preferiva quasi astenersi, memore che era stata proprio essa a mettere nei guai economici la famiglia di suo padre, per quanto in proposito ci dice il figlio Alberto, che fu il suo più stretto collaboratore.

Di cultura liberaldemocratica e illuministica, fu patriota convinto e interventista nella Grande Guerra. Col fascismo ebbe un rapporto apparentemente di condivisione, ma in realtà di accettazione forzosa, specialmente dopo il delitto Matteotti e la nascita della dittatura, in una sorta di compromesso: non parlo di politica a condizione che mi lasciate libero di fare cultura. Per quanto la linea di demarcazione tra cultura e politica sia intracciabile. E di questo se ne rese conto.

Gli ultimi due anni di vita, infatti, Pietro Marti li visse in turbolenza nella foltissima selva giornalistica salentina, che, per quanto in parte sfoltitasi a causa della legge fascista sulla stampa del 31 dicembre 1925, che metteva ordine nel giornalismo e rendeva più complicata la fondazione di un periodico, pure continuava ad accreditare la tradizione di Lecce come “città giornale”.

Furono almeno due le polemiche che tra il 1930 e il 1932, si svilupparono su “La Voce del Salento”, il settimanale da lui fondato e diretto.

La prima polemica verteva sullo scontro tra futuristi, seguaci di Filippo Tommaso Marinetti, i più radicali innovatori dell’arte del ‘900, e passatisti, difensori dell’arte ottocentesca, che ancora nei primi decenni del nuovo secolo aveva i suoi epigoni nei soliti classicisti, tardoromantici e veristi. Per una conoscenza puntuale ed esaustiva dell’impatto che ebbe il futurismo a Lecce vale ancora l’aureo studio del professore Giannone L’avventura futurista. Pugliesi all’avanguardia (1909-1943) del 2002, a cui senz’altro rimando. Questa polemica ebbe due fasi: una nel 1930-31, l’altra si protrasse per diversi mesi nel 1932. Entrambe iniziarono innescate dal poeta Vincenzo Modoni di Carpignano Salentino, il quale sulla “Voce” era un’autorità riconosciuta.

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