Manco p’a capa 86. Quel che ci insegna Darwin sulla pecora Dolly

di Ferdinando Boero

Ne L’Origine delle specie Darwin scrive: In natura la minima differenza di struttura o costituzione può ben rovesciare l’equilibrata bilancia della lotta per la vita, ed essere così preservata. Come sono vacui i desideri e gli sforzi dell’uomo! com’è breve il suo tempo! e di conseguenza quanto saranno poveri i suoi prodotti, se paragonati a quelli accumulati dalla natura durante interi periodi geologici. Possiamo quindi restare ammirati dal fatto che le produzioni della natura siano di gran lunga più “vere” nei loro caratteri rispetto alle produzioni dell’uomo; che esse siano infinitamente meglio adattate alle più complesse condizioni di vita, e che evidentemente portino il marchio di una maestria di gran lunga superiore? E ancora: L’uomo seleziona solo per il proprio bene; la Natura solo per quello degli esseri di cui si prende cura.
Da tempo immemorabile l’uomo cerca di “migliorare” le specie, incrociando individui con caratteristiche favorevoli, creando popolazioni artificiali molto differenti dalle varietà “selvatiche” da cui derivano. Le specie allevate per scopi utilitaristici possono essere selezionate per crescere più in fretta, per produrre carni migliori, o per altre caratteristiche convenienti per noi.
La natura, però, ama la variabilità e, se lasciati a se stessi, gli organismi accuratamente selezionati possono incrociarsi tra loro e produrre discendenti che non hanno le caratteristiche da noi indotte. Se dovessimo raggiungere la “perfezione” nel soddisfare le nostre aspettative potremmo pensare di cercare di replicarla senza permettere che si “rovini” attraverso la variabilità. Il modo c’è: si chiama clonazione, e si fa da secoli con le piante. La clonazione non prevede riproduzione sessuale, con la fecondazione di ovuli da parte di spermatozoi. Nelle piante si può ottenere con semplici frammenti che portano a nuovi individui, identici geneticamente alla pianta da cui sono stati prelevati.
Esistono animali clonali, ad esempio i coralli, che possono propagarsi per frammenti. I gemelli monovulari sono il prodotto di clonazione. La cellula uovo fecondata inizia a dividersi per dare origine ad un embrione pluricellulare. Ma se le prime due cellule si staccano, invece che restare attaccate l’una all’altra, si formeranno due individui geneticamente identici: un clone.

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