Anna Adornato, Indivisi

di Adele Errico

Leggere il nuovo romanzo di Anna Adornato, già autrice di “E tu che mangi il gelato” e “Gli affetti provvisori”, riporta alla mente il titolo di un romanzo di Joyce Carol Oates, monumento vivente della letteratura americana: “Sorella, mio unico amore”. Perché questo titolo evoca una forma di amore ossessione che prende corpo nell’invocazione bisbigliata di un nome, di un ruolo, della parte di un tutto. Sorella. Il nuovo romanzo di Anna Adornato si intitola “Indivisi” (Wojtek, 2023): due fratelli, Simone e Sophia, legati da simbiosi emotiva interrotta dalla più drastica delle separazioni, la morte. E quel “sorella, mio unico amore” si fa strada per tutto il romanzo. Lui resta, lei va via. Lui è quello che sopporta la perdita, lei è quella che lascia il vuoto, lascia un buco che vangate di terra, di parole, di preghiere (o imprecazioni) non possono riempire. La storia ha bisogno di essere districata. I punti di vista si alternano in una stratificazione di piani temporali e di voci che si affollano e si confondono ma, poi, si fanno distinguibili diventando sempre più familiari. La narrazione procede in un gioco di specchi, in un lavoro di sdoppiamento e incastro di opposti. L’equilibrio tra opposti è perfetto, un capolavoro di attrazione e respingimento, di identità e di antitesi. L’equilibrio viene meno quando uno dei due pezzi si stacca e l’assenza fa da spartiacque. Il non essere di Sophia pesa come un macigno nell’esistenza di Simone e, nella perdita di lei, per lui solo gli oggetti del quotidiano possono fare da scialuppa. L’alternativa è affogare (“…piove perché se non sei/è solo la mancanza/ e può affogare” scriveva Montale): “Non poteva fare a meno di guardarla, la tazzina marrone. Il co­lore.

Questa voce è stata pubblicata in Letteratura, Recensione e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *