Avanti (o) pop! 10. Le metamorfosi di Emilio Fido

di Paolo Vincenti

“Rai 3 o Rete 4 / non vi distinguo affatto

Rai 4 o Rete 3 / che differenza c’è…

Come un gioco / un gioco di bambini

chi ti piace, più il 4 o più il 3 / come un gioco

di Guelfi e Ghibellini / chi è con il Papa e chi con il re!

Come gemelli / giocate insieme e sempre litigate

ma se vi dico / che siete uguali allora vi arrabbiate

Espresso o Panorama / chi di voi più mi ama

Panorama, oppure Espresso / chi mi ama di più adesso…”

(“I gemelli della verità”  – Edoardo Bennato)

Emilio Fede da alcuni anni ha lasciato la televisione per disdetta di chi, come me, si sollazzava ad ascoltare il video giornalista nelle sue farneticazioni quotidiane ammannite al divertito pubblico di Rete 4. Ormai il Tg4, a conduzione Mario Giordano, è diventato un banale e ordinario telegiornale, senza la verve comica del sulfureo Emilio. Anche perché lo scalmanato Giordano (novello Farinelli), che offre siparietti comici a volte degni del peggior Fede, stranamente non si esibisce sui suoi stessi schermi, ma va a sfogare la propria incontinenza nelle trasmissioni degli altri. Infatti, il direttore dalla insopportabile voce bianca è fra i più assidui frequentatori dei salotti televisivi e fra i più gettonati professionisti della rissa quando si tratta di buttarla in caciara. Il povero Emilio Fido, invece, è ormai diventato l’ombra di sé stesso; chi lo ha visto in qualcuna delle sue rare apparizioni tv ha constatato che la demenza senile, di cui era già preda quando appariva in video, insieme alla scorpacciata di pastiglie azzurre fatta negli ultimi anni, gli hanno fottuto quello che restava del suo labile cervello.

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