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- Biblioteche a Galatina: no grazie!
- Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 9. L’indispensabile inutilità del classici
- Elio Scarciglia, Prima di tutto l’uomo – Galatina, 26 gennaio 2023
- Inchiostro 29. I vigneti in inverno
- La Lombardia non è più una locomotiva per il Sud
- L’odore degli inverni
- Allegra e le 96 tesi (Atto II)
- La penna, il computer e la sostanza della scrittura
- I collage di Fiorella Cassani
- Manco p’a capa 124. Le donne e l’ambiente
- S. Vincenzo, Ugento e l’affresco bizantino di Castro
- Simposio della fraternità – San Pietro Vernotico, 23 gennaio 2023
- Antonio Stanca, Viaggio a Tancas 5
- Nuove segnalazioni bibliografiche 8. Resilienza
- Inchiostri 28. Campo e trattore
Archivi tag: Antonio Errico
Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 9. L’indispensabile inutilità del classici
di Antonio Errico I classici possono anche non servire a niente. Per esempio, i classici non servono a niente quanto non si riesce a fornire risposte alle loro domande. Perché i classici non danno mai risposte; scagliano sempre domande, insegnando … Continua a leggere
La penna, il computer e la sostanza della scrittura
di Antonio Errico Probabilmente non è più il tempo di dire quello che sto per dire. Perché è superato, improbabile, anacronistico. Eppure c’è chi lo dice e lo fa. E’ notizia di questi giorni che otto fra le maggiori università … Continua a leggere
Arte e poesia hanno lo sguardo verso il futuro
di Antonio Errico In questo nostro tempo di povertà spirituale, l’unico modo per tornare vivi è richiamare in servizio l’arte, la poesia, essenziale come il sangue nelle vene, per sfuggire a un’attualità bugiarda, a pensieri fasulli. Così dice Toni Servillo … Continua a leggere
Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 8. Soltanto una faccenda di casa
di Antonio Errico Quell’autore misterioso che è Elena Ferrante, ha un’idea suggestiva, forse anche emozionante, di letteratura. Probabilmente è un’idea che in taluni casi può corrispondere alla verità, a condizione che la letteratura sia una faccenda in cui si crede: … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 7. Quando sognare da soli non basta
di Antonio Errico Durante una conversazione tra Edoardo Albinati e Walter Siti, alla domanda su “perché la letteratura?”, Siti risponde così: “per la stessa ragione per la quale si sogna”, riferendosi al sognare come necessità fisiologica. Poi dice: quando uno … Continua a leggere
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Un nuovo anno tra speranza e memoria
di Antonio Errico Da qualche giorno è cominciato un anno nuovo. Ma il passaggio da un anno ad un altro è soltanto un pensiero rapidissimo, una percezione leggera, una delle innumerevoli espressioni di quel sentimento che avvertiamo ogni volta che … Continua a leggere
Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 6. Dove tutto quello che può avvenire è già avvenuto
di Antonio Errico Quando i tempi sono, o sembrano, lineari, sbrogliati, distesi, armonici, regolari, per comprendere quello che accade può essere sufficiente anche solo osservare. Quando, invece, i tempi sono aggrovigliati, complessi, multiformi, confusi, complicati, per comprenderne i significati non … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 5. Per salvarci dall’apparenza
di Antonio Errico La letteratura serve a poco, serve sempre di meno, forse non serve più a niente. Non sappiamo che farcene dei profili di esistenza, delle configurazioni di destini, delle storie profonde, complesse, degli interrogativi, dei dubbi, dei ragionamenti … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 4. Il profondo Novecento
di Antonio Errico Nelle prime righe del prologo delle Storie di Giacobbe, Thomas Mann fa esplodere, come una mina, questa affermazione e questa domanda: : “Profondo è il pozzo del passato. Non dovremmo dirlo insondabile?”. Forse non tutto il passato … Continua a leggere
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Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 3. Al tempo degli argini smottanti
di Antonio Errico Dice di essere una contastorie, di credere nel potere delle storie, nella magia delle parole, perché le parole creano connessioni, ci rendono più consapevoli, più umani, più compassionevoli. Dice che i libri possono guidarci, ispirarci, svegliarci; a … Continua a leggere
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L’inutilità di un sapere che non somiglia all’esistenza
di Antonio Errico Vladimir Ipat’evic Persikov, luminare di zoologia, scopre un misterioso raggio rosso, capace di accelerare portentosamente la crescita di qualsiasi organismo vivente che vi si trovi esposto. La notizia trapela e viene diffusa con accenti sensazionalistici. Al direttore … Continua a leggere
Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 2. Al principio della confusione
di Antonio Errico Ogni tempo pretende un racconto che in qualche modo lo rappresenti, che scopra ed esponga quelle che sono le sue ferite superficiali e profonde, che ne riveli le farse e le tragedie, le coerenze e le contraddizioni, … Continua a leggere
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Creatività e tecnologia per lo sviluppo della civiltà
di Antonio Errico Maturano tempi, certe volte, che richiedono, o pretendono, la completa revisione e riformulazione di concetti stratificati, consolidati, rispetto ai quali si sono acquisite certezze sui significati, sulle loro relazioni con il sistema simbolico e culturale, con la … Continua a leggere
Letteratur (e) Rerum vulgarium fragmenta 1. La letteratura non è di questo mondo
di Antonio Errico Ciascuno di noi pensa che ci sia qualcosa che possa cambiare il mondo. Ciascuno di noi pensa qualcosa di diverso da chiunque altro, o se pensa la stessa cosa di un altro, comunque la pensa in modo … Continua a leggere
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Futuro incerto, ultima eredità del Novecento
di Antonio Errico A volte si ha l’impressione che l’orizzonte si sia fatto anche più nebbioso, che le figure di esistenza che solitamente s’intravedono nella lontananza siano diventate ancora più vaghe, più indefinite, che le prospettive si siano abbassate fino … Continua a leggere
La lingua cambia continuamente perché racconta l’esistenza
di Antonio Errico Le parole vengono dalle creature che nella loro esistenza hanno quelle parole. A volte le creature vengono da luoghi lontani e dunque anche le parole vengono da luoghi lontani. Da storie lontane. Da lontane, inimmaginate esperienze. Babele … Continua a leggere
Questa inciviltà del rumore in cui annega il pensiero
di Antonio Errico C’è un libro di Gillo Dorfles che si intitola Horror Pleni; il sottotitolo reca La in (civiltà) del rumore. Questo tempo è ricolmo di rumore. Il chiasso rimbombante, il grido immotivato, l’espressione scomposta, la verbosità prepotente, … Continua a leggere
Profondità o superficialità: che cosa consegnare al futuro
di Antonio Errico L’uomo senza memoria vagola confuso ed incerto nel presente che attraversa. Non sa qual è la logica del suo andare, qual è la ragione del suo fare. Non trova una spiegazione oppure una spiegazione neppure gli interessa. … Continua a leggere
Un’emozione per comprendere l’arte e il mondo
di Antonio Errico La comprensione, forse, non è necessaria. Quella comprensione che si intende completa, compiuta, definitiva, può anche non essere necessaria. L’attrazione, invece, è necessaria. Il richiamo irresistibile. La seduzione provocata dall’incompreso, da quello che è o può sembrare … Continua a leggere
Conoscere il passato per orientarsi nel futuro
di Antonio Errico A volte si ha l’impressione che sia rimasto tutto uguale a com’era in altro tempo: trenta, venti anni fa. A volte sembra che tutto sia cambiato, che nulla sia e possa essere più nel modo in cui … Continua a leggere