Riscoprire la bellezza di un paese a Sud del Sud

di Antonio Errico

FAI d’autunno. Oggi. Luoghi da scoprire. Da riscoprire. Se non è possibile anche solo da pensare, da ricordare, immaginare. Un luogo in cui tornare, in cui riavvolgere il tempo, dove sentire anche un poco di dolciastra nostalgia. Dove ritrovare qualcosa di sé, un’appartenenza. Un luogo della bellezza: di quella bellezza che vale soltanto per sé, per la propria memoria, per il proprio pensiero. Il centro storico di un paese, per esempio. Uno di quei paesi a Sud del Sud. Magari una sera che non è più estate e non è ancora inverno, e la piazza è deserta, e la statua al centro della piazza è ancora più sola, e il palazzo ducale che viene chiamato castello è ancora più vuoto, e il campanile ancora racconta l’ansia degli uomini di raggiungere il cielo, e la chiesa che sembra poter accogliere la preghiera di ogni fede. Il luogo di una bellezza solitaria, che forse per questo è una bellezza maggiore. Bellezza che appartiene al passato, che resiste al tempo, e  alle ferite che porta.

Un paese a Sud del Sud, per esempio: con una piazza, cinque panchine e una chiesa di umile barocco, e un silenzio che cola leggero come la brina.

Sulla facciata della chiesa passa soltanto una luce di luna. Senza artifici, senza l’interferenza di nessun’altra luce. Perché la pietra appartiene ai raggi del sole oppure allo scuro, a seconda che sia il  tempo di un mattino o di una sera. Poi da un angolo svolta una ragazza, si avvicina alla piazza, si siede sulla panchina. E’ una ragazza che avrà novant’anni, giorno più giorno meno, con un ferro tra i capelli, di quelli che lavorano la lana, e una stampella che appoggia alla panchina, per compagnia silenziosa.

La ragazza parla da sola, a voce alta. Oppure no, non parla da sola: forse parla alla luna, forse parla a qualcuno che vede lei sola. Parla da sola oppure a qualcuno, oppure alla luna, guardando la chiesa, con parole e con frasi che non si riesce a sentire, poi ogni tanto si ferma e incrocia le braccia e scuote la testa, come se volesse negare a se stessa qualcosa, come se volesse dissentire da qualcuno.

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