A tutti i colori dell’arcobaleno

I diversi canti venivano apprezzati dalla gente in modo diverso, non soltanto secondo l’età, ma anche secondo il carattere. Gli allegroni impazzivano per canti giallo-canarino, baldanzoso-rosso-lampone o scarlatto-vermiglio. I canti dai toni marrone-scuro e violaceo-bordeaux-amarena piacevano tanto ai cupi e ai tetri. La gente leggera e superficiale adorava i canti di qualunque sfumatura e colore, purché fossero variopinti e festosi…

Il cantore arrivò ad avere i capelli bianchi, cercando di riuscire a trovare almeno un canto che fosse amato da tutti. Da gente di ogni età: dai bimbi più piccoli agli anziani più vecchi, malinconici e gioiosi, spensierati e meditabondi. La sua anima pura e luminosa faceva volare nell’aria i suoni dalle note di ogni colore e sfumatura, in un arcobaleno sonoro di bellezza meravigliosa, che era ammirata da migliaia e migliaia di persone. Tuttavia, ogni volta si trovavano certi esperti ed intenditori che individuavano nel canto qualche difetto a tutti i costi. Per di più lo deridevano, sino a beffeggiarlo ed infangarlo, tanto da indurre il cantore a smettere di cantare, poiché il fatto era divenuto insopportabile.

«Avrò cantato male, se non sono riuscito a far amare da tutti almeno uno dei miei canti» – si lamentava il cantore di se stesso e della sua voce.

Si lamentò tanto forte da condannare i suoi canti. Lo sentì il Sole, il quale gli sorrise dolcemente da lassù, illuminandolo con i suoi raggi d’oro.

«Mio fratello terrestre!» – disse il Sole. «Sono migliaia di anni che illumino la terra con innumerevoli colori e sfumature, tuttavia non riesco ad accontentare tutti, perché ognuno ha le sue preferenze. E’ una cosa stupenda!»

«Cosa c’è di tanto stupendo!» – esclamò il cantore inquieto.

«Mio caro! Se dovesse piacere la stessa cosa a tutti, si fermerebbe la vita nella monotonia dei gusti, nell’identità dei sentimenti, nella limitatezza delle aspirazioni. Non avresti più un solo motivo per ricercare dei canti nuovi, e io – per levarmi in modo nuovo ogni santo giorno.»

Disse così il Sole, colorando con il suo sorriso vitale in migliaia di migliaia di colori e di sfumature il nostro mondo.

Dopo di ciò, l’animo del cantore divenne allegro e luminoso. Volle somigliare al Sole, rimettendosi a cantare i suoi meravigliosi canti con tutti i colori e le sfumature dell’arcobaleno.

Questa è una cosa stupenda: a chi piace un canto costui ascolta quel canto. Se tra centinaia di canti, ci sarà soltanto uno che piacerà ad una sola persona, ciò significa che il cantore non avrà vissuto invano e non invano avrà attinto l’ispirazione dal Sole.

[Traduzione dal russo di Tatiana Bogdanova Rossetti]

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