Antonio Gurrado, Atto di dolore

di Adele Errico

È ora di piantarla con i rossori, bisogna seppellire la vergogna, non sei più il bambinetto cattivo di tua madre! Quando si tratta di appetiti, un uomo sui trenta è responsabile verso una sola persona: se stesso! È questo il bello di diventare grandi! Vuoi prendere? E prendi! Fa’ un pochino il dissoluto, per Dio! SMETTILA DI NEGARE TE STESSO! SMETTILA DI NEGARE LA VERITA’! (Philip Roth, Lamento di Portnoy).

La parola “confessione” attiva un’immagine, quella di una penombra. E insieme alla penombra la frescura, anzi il freddo. Quello che si prova entrando in una chiesa di giorno mentre fuori la giornata è torrida, la vista accecata dal sole violento, la pelle del viso rossa di calura. Dopo qualche secondo, negli occhi smettono di scoppiare puntini bianchi e la vista si abitua al buio; il corpo si raffredda e arriva la pelle d’oca. Buio e freddo è il momento della confessione, col volto a pochi centimetri da una grata di ferro e gli occhi bassi, rivolti al petto o alle mani giunte o alle proprie ginocchia, ma – in realtà – rivolti verso il cuore che scalpita in petto, occhi che vogliono scovare il peccato che è solo nero e non ha forma, eppure una forma la si deve trovare perché lo si deve tradurre in parole, chiare, comprensibili per chi, dall’altra parte della grata, attende e ascolta.

Allora la confessione è un atto di traduzione, del peccato in parole, della colpa in suoni di senso compiuto. All’atto di traduzione segue l’atto di pentimento: l’atto di dolore.

“Atto di dolore” (Wojtek, 2023) è il titolo dell’ultimo romanzo di Antonio Gurrado, insegnante, scrittore e giornalista – autore di “Ho visto Maradona” (Ediciclo, 2014), “La religione dominante. Voltaire e le implicazioni politiche della teocrazia ebraica” (Rubbettino, 2018) e “Il romanzo del Giro”1909 (Bolis, 2020) – che racconta di due uomini, Antonio Gurrado e Giustino Sperandìo (che sono, forse, poi, uno solo). Inserendosi in un’attualissima tradizione letteraria di autofiction, “Atto di dolore” ripercorre alcuni tòpoi letterari rinnovandoli dal profondo, dal doppio alla confessione, dall’autoerotismo alla religione, dalla dissoluzione del senso di colpa all’indagine del sé.

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