Passeggiate vecchie e nuove

di Gianluca Virgilio

Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio

qui volgere le spalle.

Andrea Zanzotto, Dietro il paesaggio.

C’è stato un tempo in cui di tanto in tanto mio padre e mia madre a bordo della loro auto andavano in campagna per fare una passeggiata; prendevano la strada che porta ai Paduli e la seguivano curvando a destra o a manca, verso Aradeo o Cutrofiano, oppure dritti verso l’agro di Collepasso, dove un settembre di alcuni anni prima avevamo villeggiato in una casetta senza elettricità. Nei primi anni settanta, ancora ci si adattava, da parte di noi piccoli con un certo stupore, a simili occorrenze. L’accensione a sera d’un lume a petrolio, col quale ci si spostava di stanza in stanza, proiettando lunghe ombre sulle pareti, prima di andare a dormire, somigliava a un rituale antico, sconosciuto a noi bambini e piuttosto inquietante, ma di cui ci avevano parlato i nostri genitori, che invece sembravano semplicemente riprendere una vecchia abitudine.

Dopo una faticosa settimana di lavoro, nelle loro uscite di domenica pomeriggio, quando decidevano di non andare al mare, per evitare il traffico, i miei genitori si distraevano mostrandosi a vicenda le colture di finocchi e cicorie, peperoni e melanzane, patate e cipolle, i vigneti e gli oliveti, i campi seminati a grano o piantati a tabacco, a seconda delle stagioni; e nell’additarsi questa o quella casa rurale, questa o quella masseria, questa o quella casina, e nominare la famiglia cui apparteneva. Quando mio padre vedeva in lontananza la pianura sollevarsi in un poggetto piantato a olivi oppure il Canale dell’Asso formare un’ansa e un più folto canneto, era preso dall’immaginazione di luoghi lontani, le colline senesi o le sponde di un ruscello brianzuolo oppure un tratto del naviglio pavese; luoghi in cui egli era vissuto cinquant’anni prima, per qualche anno o per pochi mesi, o solo giorni, divenuti dapprima luoghi della memoria, e poi della fantasia in grado di trasfigurare i luoghi reali, e dunque, almeno in un momento di entusiasmo, di riportare alla luce paesaggi lontani in un angolo di campagna dove mai nessuno avrebbe pensato di poterli vedere.

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