Colloquio

di Antonio Prete

Franz Marc, Cavalli al pascolo (1910).

.

Dove vai, mi diceva, è buio intorno,

e l’erba è alta, è nera come il cielo.

Vedevo in quell’oscuro la criniera, 

.

e il dorso e il muso: era un bassorilievo

contro la  pietra notturna del cielo.  

   Non sai, diceva, non sai quanti prati

.

ho calpestato, alla luce del giorno

e della notte, un caso è ch’io t’incontri,

qui, su quest’erba nera, dopo tanto

.

andare per contrade e per radure.

E’ vero, gli chiedevo, che i cavalli  

     sono su questa terra i più sapienti? 

.

E’ vero che quando battete il campo

a grandi cerchi, impazienti, ostinati,

andate misurando con la mente

.

la geometria dell’universo, e come

in un lago mattutino vedete

riflessa l’ombra opaca dell’enigma?

.

Chiedevo, e  nella notte di velluto

nero  lui camminava lentamente,

scuotendo al vento lasco la criniera,  

.

mentre, sapiente è l’erba, mi diceva,

sapiente è il sole che tra poco sorge,

il silenzio è sapiente che protegge

.

le radici dell’albero, soltanto

questo sappiamo che voi non sapete.

Diceva, ed era già da me lontano,

.

punto guizzante nella notte nera.

.

 [in Menhir, Donzelli 2007]            

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