L’epos salentino della Contestazione. I fiori di Althusser di Daniele Capone

di Gigi Montonato

Il periodo è il decennio 1966-1976, gli anni della contestazione studentesca, nel corso dei quali si susseguirono fatti di eccezionale e a volte tragica importanza in Italia e nel mondo. Uno dei maggiori protagonisti di quegli anni, Mario Capanna, li ha definiti in un suo libro “formidabili”; così il cantautore Roberto Vecchioni.

Come li vissero quegli anni i giovani nel Salento? Quale contributo diedero, se lo diedero? Una risposta a queste domande la dà un romanzo, uscito di recente, che nella sua dimensione ha i caratteri dell’epopea. Nel genere si propone come un romanzo d’ambientazione storica, con una piccola storia personale che fa da cornice. Ora questo genere di narrativa per la conoscenza di un determinato milieu vale quanto un saggio storico, se non di più, specialmente quando i riferimenti storici di sfondo non sono inventati e per nulla distorti. Probabilmente senza la cornice narrativa, che riconduce alla fine all’io dell’autore, il romanzo sarebbe stato più compatto nelle sue motivazioni per così dire sociologiche.

L’autore del nostro libro è Daniele Capone di Surbo, che in quegli anni finiva il liceo e l’università con la laurea in filosofia. Il libro è intitolato “I fiori di Althusser” (Torino, Robin Edizioni, 2019, pp. 588). I luoghi, in parte nascosti da nomi di fantasia, sono Lecce e alcuni paesi della cintura leccese, Solara e Cripoddi, il Liceo Palmieri e l’Università. In gran parte inventati i nomi delle persone.

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