Fiabe 8. I due fratelli

di Franco Melissano

Sentendo che stava per morire, un padre chiamò i suoi due figli.

– La sorte mi è stata avversa e i creditori hanno orami fatto tabula rasa dei miei beni. Mi restano solo due caratelli di vino vecchio. Prendetene uno a testa, figli miei, e vendeteli. Non ho altro da darvi.

Ciò detto, spirò.

Il maggiore dei due fratelli, bofonchiando contro il padre e lamentandosi dell’esiguità di quanto gli era toccato in eredità, mise il suo caratello sopra un carretto e il giorno dopo si avviò verso la città.

Ad un crocevia, accanto ad un’edicola sacra raffigurante san Martino, incontrò un mendicante che gli chiese cosa portasse in quel caratello con tanto di rubinetto.

Temendo di dovergliene dare un bicchiere, egli rispose prontamente:

– Aceto. Aceto di pessima qualità, amaro e putrido come quello che diedero a Cristo sulla croce.

– E che aceto, amaro e putrido come quello che diedero a Cristo, sia! – disse il mendicante.

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