L’Università delle anomalie

di Guglielmo Forges Davanzati

Da tempo si discute sulla necessità di intervenire a livello legislativo sul percorso da seguire per conseguire il ruolo di Professore Universitario, con l’introduzione di nuove figure: cosiddetto pre-ruolo. Soprattutto il legislatore sente la necessità di intervenire su quello che è inteso come precariato in attesa di un in ingresso stabile nella Docenza.

La discussione è possibile solo se si comprende qual è il punto della situazione.

Dal 2008 al 2019 sono stati persi 16300 Docenti di ruolo nel nostro paese[1]. Questo andamento (di cui sono responsabili trasversalmente i governi di centro destra e di centro sinistra), non ha eguali nell’Europa politicamente ed economicamente più forte, ad esempio, ci sono oggi circa 250.000 docenti in Germania (+ 50.000 negli ultimi anni), 200.000 nel Regno Unito, 95.000 in Spagna, 80.000 in Francia contro i circa 47.000 in Italia. Dunque, l’Italia non è solo in controtendenza ma anche in forte regresso.

In questo periodo bisognerebbe invece fare l’operazione contraria, a causa delle sfide tecnologiche che riguardano la riconversione eco-compatibile (verde, nel gergo comune) dell’economia e non ultimo, proprio la sfida del Covid-19 ha mostrato ineluttabilmente la necessità dello sviluppo, e non del regresso, della ricerca scientifica. Insomma, le sfide scientifiche sono aumentate, il lavoro da fare pure, ma in Italia le risorse sono diminuite. Sostanzialmente l’Italia è in regresso in termini legislativi e giuridici (vedi legge Gelmini) e di risorse (per finanziamenti e personale). Se vogliamo fare il punto con un approccio rigoroso è necessario considerare la tabella 1 che segue.

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