Manco p’a capa 136. Attivisti, forse bisogna cambiare tattica!

di Ferdinando Boero

Qualche anno fa, durante una delle troppo poche visite alla mia amata Genova, faccio il mio solito giro dei vicoli per emergere in Piazza De Ferrari, contornata da palazzi che sembrano Gotham, con al centro una fontana che sembra una coppa di champagne. L’acqua della fontana era rossa. Maledetti vandali! Ho pensato. Invece era stato il Comune, per celebrare il rosso dei mezzi dei pompieri. L’acqua si rinnova e se si usano coloranti appropriati non c’è alcun danno (https://www.genovatoday.it/attualita/fontana-de-ferrari-rossa-perche.html).
Gli attivisti che cercano di attirare l’attenzione sui problemi ambientali hanno versato carbone attivo nella Fontana del Bernini, di fronte alla scalinata di Trinità dei Monti. Se n’è presto andata, come il rosso della fontana genovese. Alcuni notiziari, però, hanno parlato di vernice. Uno, alla fine del servizio, ha fatto passare le immagini della fontana vandalizzata dagli ultras del calcio. Non era chiarissimo che non si trattava dello stesso episodio.
Gli ambientalisti hanno imbrattato, in modo reversibilissimo, le coperture di opere d’arte, palazzi, e le basi di statue. I media li dipingono, con rare eccezioni, come vandali, cretini (o gretini), mentecatti, delinquenti, e invocano pene severissime. Quello che denunciano (stiamo distruggendo le condizioni planetarie a noi favorevoli, autodistruggendoci) non suscita indignazione. Nessun risentimento contro chi avvelena l’aria, l’acqua e il suolo.
Concordo in pieno con le proteste, ma vedo che le modalità con cui sono attuate non procurano simpatie alle argomentazioni degli attivisti, se non da parte di chi già la pensa come loro. Gli altri, e sono la maggioranza, fomentati da un uso distorto delle informazioni, si radicalizzano sempre più contro chi fa certi discorsi.

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