Memorie di Galatina. Mezzosecolo di storia meridionalistica e d’Italia 17. Antropologia galatinese: Gli studenti

di Giuseppe Virgilio

1. “Passano i collegianti”

Qualche volta si sente il bisogno di ridestare o di riconoscere i sepolti affetti del proprio passato, di ritrovare attraverso di essi stati d’animo originali e autentici. Accade così che dalla superficie delle cose si scenda al loro fondo vivo e mosso e si rimanga attratti dal muto tesoro di profonde impressioni. Coordinando queste impressioni, si ricrea tutto il tessuto di un’epoca o di una società o di un momento di vita collettiva.

Gli affetti della giovinezza rivivono, se si danno ad essi forme concrete.

Ecco il chiostro del vecchio “Colonna” scandito dalle immagini della gioventù studiosa che ci ha preceduti, ecco il pozzo al centro di esso, e poi di lassù, all’improvviso, per la scala grande si leva un frastuono, si ode un mormorio di voci, simile a ciò che si sente in una platea al calar del sipario dopo un’intensa scena drammatica.

Sono “i collegianti” che si preparano alla passeggiata vespertina. Giubba nera fregiata dall’alto in basso su due linee da borchie color d’oro e bavero di velluto intorno al collo fasciato dal colletto bianco inamidato, berretto con una piccola tesa sulla fronte, pantaloni lunghi, un ampio mantello sulle spalle se la stagione è invernale, incolonnati per due in lunga schiera, escono dal portone del Liceo guidati dal censore Zuccalà e dall’istitutore Ciccarese.

Mèta delle brevi escursioni fuori dal Collegio sono via Diaz e via Roma, negli anni Trenta ancora disselciate, e soprattutto il viottolo che conduce alla masseria di S. Antonio, oggi arteria vitale tra Noha e Galatina, ma allora una stradellina erbosa segnata soltanto dal passaggio di uomini e bestie e serpeggiante fra campi coltivati e terreno roccioso, dove i più piccoli tra i convittori danno prova della loro bravura di serpai. Per dove passa la schiera, accorrono in frotta i ragazzi, si fanno o restano sull’uscio le persone grandi, le giovanette si affacciano al davanzale della finestra od al balcone in cima delle case gridando in coro: “Passano i collegianti!”. Ma perché tanto interesse? Che cos’ha di particolare quella schiera di giovani da destare tanta curiosità?

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