Semine. Laboratorio di scrittura, a cura di Simone Giorgino 13. Emilia Pardo Bazán, La sirena nera

di Giulia De Micheli

Emilia Pardo Bazàn (1851-1921), autrice di diverse opere letterarie, poesie, testi teatrali, saggi, diari di viaggio e racconti è stata una scrittrice e giornalista spagnola, appartenente a una famiglia nobile di origine galiziana. Fin dall’infanzia crebbe in un ambiente ricolmo di cultura, e fu in prima linea per il riconoscimento dei diritti femminili, difesi per mezzo della scrittura e di dibattiti, grazie soprattutto al sostegno dell’affezionato padre, il quale fece nascere in lei questo desiderio di lotta in favore del genere femminile. Per via delle dure imposizioni dell’epoca, non le fu concesso di frequentare l’università, così si rivolse ai libri del padre per apprendere nozioni scientifiche, facendosi quindi influenzare dal naturalismo, dalla scrittura di Tolstoj, dal dandismo portato quasi all’estremo e, in alcuni casi, anche da tematiche religiose.

Il romanzo La sirena nera è ambientato nei primi anni del Novecento, e ci presenta da subito il protagonista, Gaspar de Montenegro, di ritorno da uno spettacolo teatrale: lui è un cinico dandy tormentato, insofferente alla generosità e alle azioni caritatevoli, appartenente a una facoltosa famiglia aristocratica e proprietario di una sfarzosa villa. L’uomo vive a Madrid, dove ama trascorrere il suo tempo dedicandosi al lusso, ai divertimenti notturni, alle belle donne, e a tutto ciò che possa appagarlo, rifuggendo le regole imposte dal suo ceto ogni qualvolta ne abbia l’occasione. Sebbene non sia affatto incline all’idea di una vita contraddistinta dal matrimonio, Gaspar desidera accudire il piccolo di Rita Quinones, una sua amica malata di tubercolosi e desiderosa di assicurare al figlio un buon futuro, andando così contro le intenzioni di Camila, la sorella con cui l’uomo vive, vedova, ma testimone delle gioie del matrimonio, la quale vorrebbe che il fratello prendesse in moglie Trini, una giovane che frequenta la loro famiglia. Rafaelìn, figlio di Rita, incarna ogni valore opposto al protagonista: è pieno di vita, felice, scoppia di salute, e sono proprio questi aspetti a ispirare Gaspar, e a fargli desiderare di crescere il bambino come se fosse suo, salvandolo dal triste destino della sua famiglia, per quanto tale decisione incontrerà il dissenso della futura moglie, troppo preoccupata di quanto la gente in città avrebbe da dire al riguardo.

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