Stabat mater

di Antonio Prete

Gocce di marmo sul viso.

Una spada la memoria

del suo verbo, del suo riso,

del suo passo nella gloria.

 

Sul volto spento del Figlio

i bagliori delle stragi,

sul vetro scuro del ciglio

i riflessi dei naufragi.

 

L’ afflizione tua è un deserto

che contempla nere lune,

con carcasse allo scoperto

e rapaci sulle dune.

 

Un delirio ancora strazia

con bandiere e cieche fedi

il nitore della  grazia.

Tutt’intorno morte vedi.

 

Siamo, stille del tuo pianto,

nella tenebra dell’ora.

Come scorgere l’incanto

d’una  trasparente aurora?

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