Di mestiere faccio il linguista 21. La sindrome dei pesci rossi

di Rosario Coluccia

Mi stupisce (un po’) e mi colpisce (positivamente) una notizia che leggo su «Nuovo Quotidiano» di domenica 27 ottobre, p. 7. Un gruppo di giovani ricercatori di Unisalento ha vinto la dodicesima edizione di «Start cup Puglia 2019» con una applicazione denominata «9 seconds», che si propone di regolare il rapporto che gli utenti hanno con il proprio cellulare. La start up si indirizza a tutti coloro che usano il cellulare, indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale, dal livello culturale. L’etichetta «9 secondi» richiama provocatoriamente il tempo massimo, la soglia di attenzione che i pesci rossi, esseri animati che non brillano per quoziente intellettivo né per livello di acume particolarmente elevati, dedicano a qualsiasi fenomeno che rientri nella loro sfera di osservazione. C’è il rischio, suggeriscono non troppo implicitamente gli arguti ricercatori salentini, che coloro che utilizzano il proprio cellulare in maniera compulsiva (nelle occasioni e con le finalità più diverse) abbassino il proprio livello di attenzione al di sotto della soglia propria dei pesci rossi.
In effetti esistono statistiche impressionanti sull’uso del cellulare o del tablet: in media lo strumento viene controllato centocinquanta volte al giorno (sette volte ogni ora), sei persone su dieci non se ne staccano mai, due persone su tre non lo disattivano neanche al momento di andare a letto. Un sondaggio assicura che il 75% degli intervistati si collega abitualmente ad internet, il 57% frequenta uno o più social, l’85% utilizza il proprio dispositivo mobile per le finalità varie. In parallelo diminuisce la soglia di attenzione a qualsiasi fenomeno osservato: pare che in molti casi negli utilizzatori spasmodici di cellulare sia di davvero di otto secondi. E quindi al disotto di quella del pesce rosso. Insomma: siamo impegnati a guardare mille cose, ma prestiamo ad esse pochissima attenzione (e non riflettiamo). L’uso parossistico del cellulare influisce sulla persona in maniera molto pesante.

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