Manco p’a capa 1. Se manca la cultura della natura…

di Ferdinando Boero

Con la pandemia collassano l’economia e i sistemi sociali, gli umani muoiono come le mosche. Quelli che se la cavano devono ricominciare. Dopo uno stress, la prima cosa da fare è la diagnosi: cosa lo ha causato? Poi si programma una terapia (un piano) e si emette una prognosi: applicata la terapia ritorneremo alla normalità in un dato lasso di tempo. Ma che significa normalità? Se il paziente fumava, era obeso, alcolizzato e magari si drogava pure, la normalità non è ricominciare come prima. Deve cambiare radicalmente lo stile di vita. In questo caso il paziente mangiava pangolini e pipistrelli, sguazzando nel loro sangue, infettandosi con virus letali. Poi magari saliva su un aereo e andava a mangiarsi una pizza in Italia, o una salsiccia in Germania, spargendo il virus. In poche ore, oramai, si raggiungono tutti i paesi del mondo. Queste bestiole si vendicano, e ci passano virus per noi mortali. Distruggiamo il loro ambiente, oltre che macellarle. L’economia è obesa e sconvolge il clima, devasta la natura. Erodiamo i sistemi naturali e questi si rivoltano contro di noi. Durante la pandemia l’economia si è messa a dieta e la natura è rifiorita: l’aria si è ripulita, gli animali si sono ripresi i loro spazi. Abbiamo devastato anche la sfera sociale, oltre a quella naturale, per obbedire alle richieste della sfera economica. Nella regione più “privatizzata” d’Italia si evidenzia come il pubblico sia insostituibile nei momenti di crisi e il privato, non attrezzato per affrontare il gioco duro, immediatamente piagnucola e chiede aiuto allo stato.

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