Gli interessi

 Col tempo, dapprima l’agenda divenne agendina, il calendario da muro divenne un calendario da portafoglio, e la penna divenne una pennina allegata all’agendina; poi evidentemente il management della banca pensò bene di razionalizzare la spesa e tutti questi gadget divennero solo un ricordo del passato (la stessa cosa pensarono di fare gli assicuratori). Ma intanto, anche il rito del conteggio annuale degli interessi era cessato. Gli impiegati continuavano, e continuano tuttora, a contar denaro con agili mani, ma di interessi al povero risparmiatore ne giungono sempre meno e il conto in banca è sempre più costoso.

Ritornava l’impiegato col conteggio effettuato secondo le istruzioni. L’amico funzionario controllava che tutto fosse stato fatto con regolarità e apponeva la sua firma di fianco alla cifra. Nuovi convenevoli tra mio padre e l’amico funzionario. Anch’io ero tirato in ballo in quanto ragazzino che ogni anno cresceva in altezza, io arrossivo come se questa fosse una colpa; poi, si andava via, dopo una stretta di mano.

All’uscita, mio padre era contento, e si faceva una sosta dalla Maria Crossa, che mi vendeva qualche biglia e qualche bustina di giocatori. Rientravamo a casa. Mio padre ridava il libretto a mia madre che lo avrebbe conservato in un cassetto del comò insieme ai suoi ori. Ma prima lo apriva, leggeva l’importo degli interessi e, a mio padre che elogiava il suo amico funzionario per il trattamento di favore che gli aveva riservato, faceva notare che non gli aveva dato nulla di più di quanto gli spettava ed anzi… Ma la discussione finiva lì: non era certo con gli interessi della banca che loro avrebbero costruito la casa!

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