Manco p’a capa 20. Biofilia, biodiversità, sostenibilità: imparare per vivere

di Ferdinando Boero

Sto per finire il mio corso da remoto di Zoologia e devo “erogare” le esercitazioni pratiche. Non possiamo chiuderci in un laboratorio per analizzare la biodiversità animale, così lancio una sfida. Fatemi un rapporto sulle specie animali con cui entrate in contatto quotidianamente. Elencatele, cercate notizie su di loro, e documentate le vostre osservazioni con filmati. Hanno lavorato da soli o in gruppi coordinati in remoto e hanno filmato e fotografato, documentandosi in rete. Nell’esercitazione formale tutti hanno presentato le loro osservazioni, ma prima mi hanno mandato i loro rapporti e ho suggerito modifiche. Non ho mai lavorato così tanto per fare le esercitazioni, e neppure loro. Con quanti animali entrate in contatto? Ma prof… c’è il covid, dobbiamo stare a casa. Ma potete andare nel supermercato a fare la spesa, no? Lo sapete cosa mangiate? Sapete da dove viene? Se è stato allevato, e come, o come è stato catturato? Una mi ha mandato la dissezione di una cozza, e ha documentato il movimento ciliare sulle branchie, spiegando come facciano ad alimentarsi questi molluschi così popolari. Un’altra ha fatto una dissezione da manuale di un calamaro. Hanno esplorato i supermercati, guardando le etichette delle scatolette di tonno o dei bastoncini di pesce, e hanno scoperto che quello che mangiano non è quello che credevano. Una mi ha fatto una relazione sui parassiti del suo gatto. Con tanto di fotografie, ovviamente anche dell’amato felino, ma non solo. I riti di accoppiamento dei millepiedi sono stati molto popolari. Ma anche i modi di muoversi di lombrichi e chiocciole, riprese mentre scorrono su un vetro, e si vedono la reptazione peristaltica e le contrazioni del piede. Le mucche allevate all’aperto d’inverno mettono il pelo. Sembrano yak! Si sono guardati attorno, hanno osservato, descritto, notando tutto quello che hanno visto e che di solito passava inosservato.

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