Saturae XIV

Poesie di Paolo Vincenti commentate da Gianluca Virgilio

Copa

Nella taverna fumosa, balla lasciva l’ostessa,

fra timpani e tamburi, eccola dimenarsi

al suono della cupa cupa, come un’ossessa.

Vuole venderci la sua merce, cosa non farebbe

una piazzista provetta, con arte e furbizia,

il suo mercuriale affarismo è come una febbre.

Ma io non voglio le tue ragazze, procace ostessa,

rifila ad altri la merce di seconda scelta,

sono esigente, è la maîtresseche mi interessa.

Cupa cupa

La taverna è un lupanare e l’ostessa una lasciva maîtresse. Il Satirico ne segue le mosse, mentre lei balla al ritmo della cupa cupa. Si lascia sedurre, ma non ingannare. L’ostessa vorrebbe rifilargli una delle sue ragazze, ma lui vuole lei e solo lei. Al “mercuriale affarismo” della donna corrisponde una preferenza sessuale ben precisa. Come andrà a finire la storia non è dato sapere, ma appare chiaro il modello di riferimento antico: è Virgilio, Copa (L’ostessa), nelll’Appendix Vergiliana.

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