Manco p’a capa 89. Con l’acqua non si scherza!

di Ferdinando Boero

Apprezziamo il valore delle cose quando ci mancano. Ce accorgiamo ora, con la siccità nel bacino del Po: manca l’acqua. Come irrigheremo i campi? Con cosa ci laveremo e cucineremo? Dove è l’acqua che manca? Se pensiamo all’acqua ci viene in mente l’acqua dolce, quella che utilizziamo. Da dove viene? L’acqua evapora dall’oceano lasciandovi i sali, e forma le nuvole: è dolce. Ricade a terra, ci regala l’elemento vitale, e poi torna al mare. Dopo lunghi periodi di siccità, l’acqua spesso arriva tutta assieme e provoca inondazioni, frane, e altre catastrofi, come i cicloni. Le nostre attività, causa primaria del cambiamento globale, alterano il ciclo dell’acqua, con conseguenze disastrose. In alcune parti del pianeta ne arriva troppa, come in Germania l’anno scorso, in altre ne arriva troppo poca, come in occasione degli incendi che hanno devastato le scorse estati australiane.

Se manca l’acqua si muore di sete, ma se ne arriva troppa si affoga. Non consola il fatto che, nella media, la quantità d’acqua presente sul pianeta non cambi. Il problema dell’acqua risiede nelle alterazioni del suo ciclo. I ghiacciai sono enormi depositi di acqua e, gradualmente, la liberano sciogliendosi in estate,  alimentando torrenti e fiumi, fino a raggiungere il mare. Se l’acqua che arriva dal cielo non gela e diventa ghiaccio, perché fa troppo caldo, non viene più “sequestrata” nei ghiacciai e scorre impetuosamente a valle, senza gradualità. Alle alluvioni segue la siccità che, poi, genererà altre alluvioni quando l’acqua evaporata dal mare cadrà in modo impetuoso. Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame, dice un antico proverbio.

Questa voce è stata pubblicata in Ecologia, Manco p’a capa di Ferdinando Boero e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *