Manco p’a capa 138. Il 25 aprile è come il Darwin Day: bisogna difenderlo!

di Ferdinando Boero

Quando ero ragazzo l’offerta politica includeva repubblicani e monarchici. All’epoca, vista la presenza dei monarchici, era lecito dichiararsi repubblicani, anche se in effetti la dichiarazione era pleonastica. Estinti i monarchici, non c’è stato più bisogno di professarsi repubblicani: inutile rimarcare un’ovvietà.
Ai tempi di Colombo, Copernico e Galileo dichiarare che la terra è tonda e che gira attorno al sole era un’eresia e c’è voluto un po’ perché queste verità empiriche fossero accettate. Oggi non ce ne dovrebbe essere bisogno, poi mi vengono in mente i terrapiattisti. Ci sono, va bene, ma sono culturalmente irrilevanti. Non esiste un terrapiattista che rivesta, per esempio, un ruolo nella società geografica italiana, dove nessuno sente il bisogno di affermare che la terra è tonda: è una verità empirica. Come è acquisito che le api non nascono dalla carne putrefatta, come si pensava quando si credeva alla generazione spontanea. Lazzaro Spallanzani ha chiarito la questione, riconfermata poi da Luis Pasteur.
Le cose sono differenti per l’evoluzione. Tutto il mondo scientifico che si occupa di scienze della vita sa che la materia vivente, organizzata in entità che chiamiamo specie, evolve. Alcuni scienziati lo negano, ma si occupano di altre cose e sono dilettanti in biologia. Le loro sono opinioni da bar. E’ accaduto, però, che un vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche abbia organizzato un convegno intitolato: Evoluzionismo, il tramonto di una ipotesi

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