Parole, parole, parole 9. Francesco Sabatini: una vita per l’italiano

Vita affascinante quella di Sabatini. Nasce nel 1931, da Bianca d’Eramo, proveniente da una famiglia di garibaldini e repubblicani, e da  Gaetano, «medico e storico tra la gente del Sud, nato in Abruzzo, educatosi a Napoli».  Così recita la dedica di «Napoli angioina. Cultura e società», fondamentale volume pubblicato da Francesco nel 1975, che di fatto inaugura la stagione degli studi scientifici sulla storia linguistica del Mezzogiorno d’Italia, fino a quel momento dotata certo di contributi anche meritori di dialettologi e di eruditi, ma priva della ricostruzione analitica di una fase lunga quasi due secoli (quella dell’età angioina, 1268-1444), decisiva per la lingua e per la storia dei territori meridionali. Napoli e le sue diramazioni, comprese le periferie pugliese, lucana e calabrese.

Gli anni drammatici della guerra furono difficili per gli abitanti degli altopiani minori d’Abruzzo attraversati dalla cosiddetta “linea Gustav”, lungo la quale ci furono scontri violenti tra tedeschi sulla difensiva e anglo-americani in avanzata. La famiglia Sabatini fu costretta a sfollare fortunosamente a Sulmona, rifugiandosi nella casa dei nonni materni e poi di amici generosi. Singolare la sorte toccata alla biblioteca di famiglia, ricca di codici, pergamene, documenti, libri, trafugata dai tedeschi in Germania per arricchire la biblioteca di qualche gerarca nazista, inabissata chissà dove per decenni, poi riemersa grazie al coraggio civico di impiegati della biblioteca universitaria di Mainz, restituita (in parte) ai legittimi proprietari, oggi di nuovo nella casa di famiglia. Vicenda affascinante di una biblioteca perduta (e in questo caso ritrovata), come altre private e pubbliche, di cui qualcuno dovrà decidersi a scrivere la storia, forse, un giorno.  

Il giovane Sabatini studia all’università di Roma, vi si laurea, muove i primi passi della carriera universitaria con studi che riguardano soprattutto le fasi più antiche della nostra lingua; subito dopo, al primo filone d’indagine si affianca un secondo, rivolto a studiare la lingua e la cultura  dell’Italia mediana e meridionale, con una fittissima serie di studi poi culminati nel volume su «Napoli angioina» appena ricordato. I saggi sui più antichi testi italiani e sulla storia linguistica dell’Italia centro-meridionale, con aggiornamenti,  saranno poi raccolti in due volumi che nel 1996 un gruppo di allievi volle ripubblicare, in coincidenza con il 65° compleanno di Sabatini. Allo scopo fu scelto Argo, un editore leccese, forse perché a Lecce, molti anni prima, il dedicatario aveva cominciato la sua carriera di docente universitario (prima come libero docente, poco dopo come precoce professore ordinario).

Consuetudine che testimonia stima e riconoscenza: gli allievi riuniscono e ripubblicano gli scritti del maestro, offrendoli in una comoda veste aggiornata ai lettori. Alla prima silloge seguono altre due (Napoli, Liguori, 2011;  Firenze, Accademia della Crusca, 2023), allestite con le medesima finalità. Esse segnalano l’ampliarsi degli interessi di ricerca del festeggiato, che offre nuovi temi e spunti di riflessione alla comunità scientifica internazionale.  La silloge del 1996 riproponeva articoli di linguistica italiana medievale e meridionale.  Quella del 2011 è dedicata ai secoli successivi, in cui la lingua a base fiorentina passo dopo passo è divenuta lingua nazionale, fatto di portata epocale, che ha consentito alla grande maggioranza della popolazione di possedere uno strumento adeguato per leggere, scrivere e comunicare, per prendere coscienza dei propri diritti ed essere in grado di farli valere. La raccolta del 2023 aggiunge una sezione del tutto nuova, dedicata ad articoli e interventi (anche su periodici e pubblicazioni di larga diffusione) sulla cultura e sulla lingua dell’Abruzzo e della natia Pescocostanzo. Segno di un’attenzione che vede nella lingua un potente elemento identitario.

La bibliografia degli scritti di Sabatini, dispiegata per oltre 70 anni, a partire dal 1952, è straripante: più di 1.000 titoli, tra volumi, saggi, curatele, voci di opere enciclopediche, recensioni. Eccezionale è la lista dei riconoscimenti e degli incarichi: presidente dell’Accademia della Crusca e delle più importanti società e associazioni di linguistica, premiato dalla Presidenza della Repubblica, insignito della laurea honoris causa di varie università e della cittadinanza onoraria di varie città. Una vita per l’italiano, verrebbe di dire,  nella consapevolezza del legame inscindibile tra lingua e vita che riguarda ciascuno di noi. Ecco le sue parole illuminanti. «La lingua è parte della vita, quasi condizione, direi. Senza tradurre in suoni, in parole, in simboli linguistici ciò che proviamo e pensiamo non saremmo quello che siamo. Sotto ogni punto di vista, culturale, professionale, personale. Questo è quello che mi sento di dire, in conclusione».

                                                                   [“La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’1 marzo 2024]

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