Consigli alle matricole

di Ferdinando Boero

A quale Facoltà e Corso di Laurea iscriversi? A questa domanda rispondo: se hai una passione, coltivala. Studia qualcosa che ti porti a fare quello a cui aspiri nella vita.

Però devi sapere i rischi che corri. Se punti tutto su un singolo obiettivo, e non sei fuoriclasse, corri il rischio di fare una vita di frustrazioni.

Le scelte spesso derivano da condizionamenti, e la scuola condiziona eccome. Ci fa amare o ci fa odiare le cose che ci propone.

Il nostro sistema scolastico è incentrato sulle materie umanistiche. E’ un antico retaggio dai tempi di Croce e Gentile. La Cultura è umanistica, da noi. La Cultura Scientifica viene confusa con la matematica, altra dominatrice dei percorsi scolastici. La crisi di vocazioni nei corsi di laurea in matematica è sintomo di qualcosa, nonostante l’importanza che viene data alla materia e il numero di ore ad essa dedicato. Rimane invece la passione sfrenata per facoltà umanistiche, o assimilabili. I tantissimi giovani laureati in queste materie faticano molto a trovare lavoro e, poi, si accontentano di fare altro, affrontando una vita di frustrazione: il sogno non si è avverato.

L’estate è la stagione per capire se avete una vera passione. Se d’estate vi piace leggere Cicerone in lingua originale, fate lettere antiche. Se in vacanza leggete la Critica della Ragion Pura, filosofia fa per voi. Se in estate leggete le vite dei grandi giornalisti e le loro opere, e magari vi piace da morire leggere manuali di comunicazione, ebbene fate scienze della comunicazione. Fregatevene se vi dicono che non ci sono sbocchi. Le statistiche dicono che non ce ne sono per le migliaia che si iscrivono, ma se siete bravi, davvero bravi, gli sbocchi ci sono. 

A me, lo confesso, i programmi scolastici non piacevano per nulla. Odiavo imparare Ei fu siccome immobile… o i teoremi a memoria, con dimostrazione. Odiavo quella roba, forse per colpa di chi me l’ha inflitta. Mi piacevano, e ancora mi piacciono, gli animali (che a scuola non esistevano). A 18 anni ho smesso di leggere romanzi. Per me le letture erano (e sono) cose tipo L’Origine delle Specie di Darwin, o i libri di etologia di Lorenz. D’estate leggevo questo. E mi compravo ponderose monografie sulla fauna e la flora del Mediterraneo, e passavo il mio tempo a cercare di identificare tutto quello che trovavo: un maniaco che sapeva i nomi delle specie in latino. Lo sono ancora, e ho dato il nome a molte specie che prima erano sconosciute.

Ora, se uno aspira a fare il biologo marino, deve avere questo nel sangue. E se ce l’ha, e non è soltanto una passione per animaletti carini tipo delfini e tartarughe, ma è una curiosità irrefrenabile per le cose che riguardano il mare, allora vale la pena di rischiare. Quando arrivano giovani che si dichiarano appassionati di biologia marina e poi vogliono studiare le balene… li mando via. Guadagnarsi da vivere facendo il biologo marino è più difficile che guadagnarsi da vivere facendo il calciatore. Ci sono meno biologi marini professionisti, in Italia, che calciatori professionisti. Ma se siete un fuoriclasse riuscirete a lavorare. Magari non in Italia, ma riuscirete, però non tutti possono fare balene e tartarughe, senza elasticità non si va lontano. Se non avete quella che spesso si chiama “passione”, se per voi studiare è sacrificio, scegliete i corsi che offrono maggiori possibilità di sbocchi professionali. Non studierete per amore, studierete per denaro. La ricompensa dei vostri sacrifici sarà il denaro che guadagnerete: avere. Se studierete per amore, per vero amore, la vostra ricompensa sarà la vita che farete: essere.

Vi accorgerete subito se avete fatto la scelta giusta. Se andare a lezione sarà un piacere, se supererete tutti gli esami con 30 e 30 e lode, al primo appello, la scelta sarà giusta. Se troverete sempre qualcosa di meglio da fare, piuttosto che andare a lezione, se i voti saranno bassi, se studiare sarà un incubo, allora pensateci bene. Se il corso di laurea che avete scelto offre buoni sbocchi professionali, stringete i denti e andate avanti. Se il corso invece non li offre, avete sbagliato strada. Cambiate finché siete in tempo. Vi risparmierete una vita di frustrazioni.

Ah, in Italia persino chi ha il “sacro fuoco” ed è in gambissima può non trovare lavoro. Ma se volete davvero fare quello per cui avete studiato, e siete bravissimi, il meglio che c’è, troverete lavoro all’estero. L’Italia non vi merita. Le dovrete comunque essere grati perché vi avrà dato la possibilità di ricevere un’istruzione superiore a prezzi competitivi.  I giovani bravi che vanno via rappresentano un investimento enorme da parte dello stato. Le tasse che hanno pagato non sono niente rispetto ai costi sostenuti dal sistema per offrire loro quel che hanno ricevuto: siate grati all’Italia. Ovviamente, se avete una vera passione, saprete quali sono le università migliori per coltivarla. Andate in quelle Università. Non vi accontentate di quella sottocasa. Prima di andar via, fate un giro per l’Università della vostra città. Chiedete agli studenti. Verificate se sono tutti locali o se “vengono da fuori”, da altre regioni. Andate a parlare con i docenti, vedete come vi trattano. Cercate i loro nomi in rete, confrontateli con quelli di altre Università. Queste cose vogliono dire qualcosa. E se siete davvero appassionati avete capito di che sto parlando. Se volete diventare il meglio, cercate il meglio. E perseguitelo. Troppa fatica? L’Università non fa per voi.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, mercoledì 11 ottobre 2017]

 

Questa voce è stata pubblicata in Universitaria e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *