Itali-e-ni 19. Super Matteo vs magistrati

di Paolo Vincenti

“Al gran ballo della Leopolda

nella foga della quadriga

e del tango figurato

ba ba ballo disperato

Pippo ci vado io

e parlo con un Matteo…”

(“Al gran ballo della Leopolda” – Edoardo Bennato)

Dopo che per vent’anni Berlusconi ha ammorbato il clima italiano con la sua solfa sulla magistratura politicizzata, con la sua guerra personale contro i giudici, ecco che il menestrello fiorentino, versione 2.0 del “Cavaliere mascarato”, il bischero Matteo, raccoglie il testimone, riprendendo la tiritera, e ci rifila il beverone già forzitaliota, correggendolo al “pd tonic”. Il Pinocchio Renzi non ci va nemmeno per il sottile, proprio come faceva il suo “padre spirituale”. Ma è un film dell’orrore? No, ancora peggio: “Le notti erotiche dei morti viventi”! E’ un porno horror di Joe D’Amato!  In un Paese che sguazza nella monnezza, quale può essere la similitudine più efficace per la narrazione ammannita dal suo governo e dal suo Premier, se non il trash più trash dei b-movies?  Questo potere pornografico, osceno, infatti, opera solo nell’hic et nunc della contingenza, non è quercia forte e tenace, come si illudeva di essere il partito da cui ha preso in consegna l’eredità (Pci-Pds-Ds), è un alberello rinsecchito che non ha radici in terra né rami verso il cielo, non trae insegnamenti dal passato né ha una prospettiva di futuro; ma la tradizione e il progresso, l’ieri e il domani, sono presentizzati nella sua omologante democrazia tecnicistica, nel suo confuso modello di modernizzazione del paese. La partita si gioca ora e non se ne giocherà un’altra. Questa è la convinzione dei players renziani, i quali cercano di portare a casa il risultato, con ogni mezzo. Si scapicollano da una parte all’altra del campo, per sgominare l’avversario e intascare una pronta vittoria, cercando di eludere il controllo dell’arbitro. L’emiciclo è il loro campo di gioco, il Parlamento, l’arena in cui i gladiatori piddini sfoderano i loro muscoli, ma anche la passerella sulla quale i belloni e le bellone del nuovo corso mostrano il loro sex appeal. Questi incantatori di serpenti suonano il piffero mentre si arrotolano su se stessi, e la loro seduzione è fatale. Sono veleno e contravveleno, malattia e cura al tempo stesso. “Riforme, riforme, riforme!” è il loro leit motiv. Ma mentre i governi Berlusconi, che pure le sbandieravano, non sono riusciti a realizzarle, stavolta Renzi vuole attuarle per davvero. È disposto a fare un patto con il diavolo per questo. E se la magistratura, che è eroica e benemerita quando arresta gli sporchi mafiosi berlusconiani, soprattutto se puzzolenti meridionali, ci si mette di traverso, allora son guai!

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