Il compito dello studioso


di Gianluca Virgilio

Il 10 agosto del 2004, all’età di ottantatré anni, moriva Carlo Prato, docente dell’Università di Lecce sin dalla sua fondazione (a. a. 1955-56).

Il 1° novembre 1969, succeduto a Bruno Gentili, aveva assunto la titolarità della cattedra di Letteratura greca, divenendo poi Direttore dell’Istituto di filologia classica e Preside di Facoltà dal 1971 al 1976. Nel 1990 aveva cessato dal servizio, essendo ormai fuori ruolo dal 1985. A cinque anni dalla scomparsa dello studioso, si pubblicano ora i suoi Scritti minori, a cura di Pietro Giannini e Saulo Delle Donne, Congedo Editore, Galatina, 2009, pp. XIX-467, come un estremo omaggio a colui che possiamo considerare come uno dei fondatori degli studi antichistici dell’Ateneo salentino. Un sentito ringraziamento, dunque, va rivolto ai due curatori del volume (ma un’introduzione più articolata, che aiutasse il lettore non specialista ad entrare nel mondo dello studioso, non avrebbe guastato), a cui va ascritto anche il merito di aver raggruppato i saggi “secondo un criterio prima tematico e poi cronologico” e di averli ripresentati “nella forma originaria di cui viene documentata anche la paginazione… sul margine destro” (cfr. la Premessa, p. V). Il volume presenta una breve nota biografica (p. VII) e una utilissima Bibliografia degli scritti di Carlo Prato (pp. IX-XIX).

Scritti minori, dicevamo; ma rispetto a quali maggiori? Prato, sin dagli esordi, che avvennero a Roma come discepolo di Gennaro Perrotta, è studioso di Euripide (la tesi di laurea su Euripide nella critica di Aristofane, verrà subito stampata a Galatina nel 1946, seconda edizione nel 1955), di Seneca (Gli epigrammi attribuiti a L. Anneo Seneca, Bari 1955, seconda edizione Roma 1964)), di Aristofane (I canti di Aristofane, Roma 1962), editore in proprio di Tyrtaeus (Fragmenta edidit, veterum testimonia collegit C. P., Roma 1968), e, con B. Gentili, dei poeti elegiaci (Poetarum elegiacorum testimonia et fragmenta I e II, Leipzig 1979 e 1985, seconda edizione 1988 e 2002), e poi ancora studioso di Giuliano Imperatore, di cui edita insieme a D. Micalella il Misopogon, Roma, 1979 e Contro i cinici ignoranti, Lecce 1988;  insieme ad A. Fornaro l’Epistola a Temistio, Lecce 1984, e Alla Madre degli dei e altri discorsi, Milano 1987. Insomma, già da questi titoli delle opere maggiori, si capisce quali siano stati gli autori studiati da Prato: Tirteo e gli elegiaci, Euripide, Aristofane, Seneca, Giuliano Imperatore. Il libro degli Scritti minori rispecchia le predilezioni dello studioso, secondo la ripartizione che ad esso è stata data dai due curatori.

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