Di mestiere faccio il linguista 27. Xmas: quando la lingua perde la memoria!

di Rosario Coluccia

Oggi attrae la mia attenzione un episodio che leggo sui giornali in questo periodo di feste natalizie. Sesta Godano è un comune di 1.340 abitanti della provincia di La Spezia, in Liguria. Il vicesindaco di quel piccolo centro è colpito da una luminaria collocata in un centro commerciale del paese recante la scritta «Xmas», contrazione di «Christmas», cioè Natale in inglese. Ne resta sfavorevolmente impressionato, il suo pensiero corre a eventi del passato. L’acronimo MAS sta per «Memento Audere Semper», il motto di Gabriele D’Annunzio che, con altri combattenti, a bordo di tre sommergibili etichettati MAS, nel febbraio 1918, durante la prima guerra mondiale, riuscì a violare le difese della marina austro-ungarica, penetrando nella baia di Buccari (in croato Bakar) e colpendo dei piroscafi lì attraccati, dimostrando così la scarsa efficacia della difesa nemica. L’impresa, che valse a risollevare il morale dell’esercito italiano depresso dopo la sconfitta di Caporetto, fu poi esaltata dallo stesso D’Annunzio in un librino intitolato la «Beffa di Buccari». 

L’acronimo MAS (o mas) fu riutilizzato durante la seconda guerra mondiale. Junio Valerio Borghese, ufficiale della Regia Marina italiana, guidò la decima flottiglia MAS (la X Mas) e anche dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 proseguì la guerra combattendo al fianco dei tedeschi contro l’esercito anglo-americano, aderendo alla Repubblica Sociale Italiana. Successivamente, nel secondo dopoguerra, Borghese ebbe  ruoli rilevanti all’interno del Movimento Sociale Italiano, il partito di estrema destra, e gli fu attribuito un tentativo di colpo di stato militare. Il soprannome di «Principe nero» allude, con ogni evidenza, alla sua ideologia politica, che non esprime i principi e i modelli comportamentali della democrazia. Il vicesindaco di Sesta Godano protesta vigorosamente su Facebook per la scritta della luminaria, che a suo parere potrebbe richiamare momenti oscuri di un passato non lontano, fortemente connotato in senso politico; poi (di fronte alla polemica montante) prudentemente ritira il suo messaggio.  Fin qui i fatti, nel cui merito non entro: nessuna polemica, il fatto deve restare confinato nei luoghi dove è nato e si è sviluppato. Ma l’episodio, depurato di ogni implicazione ideologica, si presta a implicazioni un po’ più ampie, che vanno al di là della contingenza.

Questa voce è stata pubblicata in Di mestiere faccio il linguista (terza serie) di Rosario Coluccia, Linguistica e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *