Le passeggiate archeologiche di Giuliano Volpe

In tale contesto la Comunicazione dei Beni Culturali rappresenta uno strumento efficace che le tecnologie possono potenziare in modo significativo, per coinvolgere, nel piacere della conoscenza, il pubblico delle persone ancora lontane da questi interessi. Non a caso tra i venti siti l’autore ha inserito Lama d’Antico (Dove la Puglia rupestre ha il suo cuore nascosto), nel Comune di Fasano; qui l’insediamento medievale, ricavato scavando una parete di roccia, è affidato alla Fondazione San Domenico, con un prestigioso comitato scientifico presieduto da Cosimo Damiano Fonseca, il primo a parlare di “civiltà rupestre” per questi insediamenti, prima relegati in una improbabile definizione di cripte basiliane. Nella chiesa, le cui pareti erano coperte da un apparato di pitture in stile bizantino, grazie ad un innovativo progetto di restauro virtuale realizzato da Maria Potenza e Massimo Limoncelli, è possibile proiettare, direttamente sulle nicchie intagliate nella roccia, l’intera decorazione dipinta, ricostruita nelle figure dei Santi e del Cristo in maestà, permettendo al visitatore un’esperienza immersiva di luci e suoni che lo porta indietro nel tempo, quando la liturgia più diffusa nelle nostre terre era cantata nella lingua greca di Bisanzio.

Anche se nella limitata campionatura dei venti siti, il volumetto di Giuliano Volpe costituisce un saggio significativo, a testimoniare quanto sia cresciuta in questi ultimi anni l’incidenza dell’archeologia nel panorama culturale della nostra regione: un evento positivo, grazie ad un’azione congiunta delle Soprintendenze, delle Università pugliesi, che hanno messo in campo le energie dei loro giovani, e delle Istituzioni territoriali, dai singoli Comuni alla Regione.

E’ ora il momento di organizzare le nostre passeggiate archeologiche; il racconto di Volpe ci permetterà di evocare, dall’alto della collina di Canne, le fasi della famosa battaglia tra le truppe cartaginesi di Annibale e l’esercito dei consoli romani, il 2 agosto del 216 a.C., nella pianura posta sulla riva destra del fiume Ofanto, o di immaginare le attività della vita quotidiana nella cittadina romana di Egnazia, costruita sulle acque tempestose dell’Adriatico, ed i giochi gladiatorî nell’anfiteatro di Rudiae, la città del poeta Ennio, orgoglio maggiore della nostra terra. A Ruvo di Puglia, nel salotto ottocentesco della famiglia Jatta, sentiremo il racconto di come la collezione fu formata, impedendo che tanti capolavori della ceramica antica prendessero la via dell’esilio. Infine, scenderemo sino al promontorio iapigio (oggi il capo di Leuca) per seguire, attraverso i versi di Virgilio, il racconto del primo sbarco di Enea sulle coste dell’Italia, in vista del tempio di Minerva, che, di recente, scavi fortunati hanno portato alla luce.

[“Il Corriere del Mezzogiorno del 16 luglio 2021]

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